C’è un insegnamento che non va mai perso di vista: una passione, piccola o grande che sia, va coltivata. Un desiderio perseguito, un sogno, mai abbandonato. A qualsiasi età. E questo Filippo Lauria, 50 anni, una grande passione per il canto e per la musica, lo tiene sempre scolpito nella sua mente. Anche quando la vita gli si mette di traverso davanti, con piccole amarezze, grandi dispiaceri. Lui – quasi come un podista navigato – si ferma, prende fiato e riparte. “Perché le passioni si coltivano – dice – anche quelle più piccole. Guai a lasciarsi sopraffare. Ho un progetto in mente e, insieme alle persone che hanno deciso di aiutarmi, in questo percorso, lo stiamo realizzando”. Anche se adesso, un grave lutto (la perdita della madre) e impegni di lavoro, lo tengono un po’ lontano dai palcoscenici. “Ma sono pronto a risalirci, questione di tempo”, rassicura.
Lo studio del canto professionale comincia nel 1986. Nel 1992 partecipa al primo festival nazionale Cantapollino e alla gara Voci nuove a Lauria. Quando nel 2002 gareggia nella selezione per Sanremo arriva al quarantesimo posto su diecimila partecipanti.
Nel 2014 Filippo si rimette in gioco partecipando a “Canto per te” al Palafiori di Sanremo, dal 18 al 22 febbraio alla finale nazionale della musica leggera, dove si esibisce con il suo inedito “Qualcosa ho già vinto”, che affronta una delicata tematica, come quella della malattia in modo positivo. Due anni fa nel concorso “Zero Free Music Festival” vince il premio “miglior inedito” con la canzone “Sorridi al tempo”. Sempre lo stesso anno Filippo ottiene tre successi: il microfono d’oro del festival “Carramba che voce” e il terzo premio ai festival “Canto per te” e “Bellizzi music festival”. Partecipa a Stella per una notte concorso canoro a Salerno classificandosi tra i primi 4 nella categoria nuove stelle .Segue un work shop di canto, recitazione e movimento scenico con Vittorio Matteucci ( La voce non mente),Gio’ di Tonno (La voce dal pop al musical) e Graziano Galatone (Movimento d’opera). Lo scorso anno ha partecipato come Ospite D’onore alla Welle 7 di Berna in Svizzera.
Tutto è partito da molto lontano.
Praticamente dai tempi delle scuole medie, quando insieme a a un gruppo di coetanei, abbiamo cominciato a suonare: prima in chiesa, poi ai matrimoni, poi ancora alle feste di paese. Erano nati gli Enobrac, in onore al nostro paese natio: Carbone, declinato al contrario. Con me c’erano i fratelli Mario, Salvatore e Gennao Chiorazzo e Angelo Vascetta. Avevamo quindici anni o poco più quando abbiamo cominciato. E siamo andati avanti per una decina di anni.
Poi è arrivata l’esperienza da solista
Ho cominciato in Svizzera, dove mi ero trasferito per lavoro: ho cominciato a fare qualche concorso, ho conosciuto la Ventunesima compagnia di Rita Pavone e, grazie a questa, ho rappresentato gli italiani all’estero. Ho partecipato a Castrocaro, e al concorso Italiani nel mondo dove ho conquistato un primo posto con un mio brano inedito. Facevo piano bar e mi esibivo al Circolo Italiano.
Dopo un po’ di tempo c’è stato il ritorno in Italia.
A Salerno. E qui ho conosciuto Francesco Ranieri che è il mio attuale maestro di canto. Ci siamo incontrati alla Bsaid music. Ranieri è stato l’interprete di Judas Iscariot al fianco di Giorgio Adamo, diretto da Steve Balsamo. Da quel momento è nato il nostro progetto musicale.
Ha ripreso a partecipare ai concorsi musicali
A livello regionale ho vinto, nel 2014, con un inedito. E grazie a questo, ho potuto partecipare a una iniziativa a Sanremo. Ci esibivamo durante i giorni del festival, nella cittadina ligure: di pomeriggio. E venivamo giudicati dai cantanti che la sera, erano in gara per il festival. La mia esibizione, ad esempio, è stata giudicata da Renga, dai Matia Bazar e altri big della canzone.
Nel suo percorso è tornata la Svizzera
Dove mi trovo da un anno per motivi di lavoro. Ho sospeso la mia attività pubblica di cantante, anche perché dopo la scomparsa di mia madre, non me la sono sentita di saire su un palco e di esibirmi. Ma riprenderò. Tornerò a Salerno e ripartirò da dove avevo lasciato. Perché i sogni non si abbandonano. Neppure a 50 anni.
Il video: un estratto di “Qualcosa ho già vinto…”http://bit.ly/2wLGTyA