Nel loro nome c’è già il legame con la terra. Gli zii dello sposo sono sei ragazzi che arrivano da diversi paesi dell’area sud della Basilicata: da Lauria, Lagonegro, Castelsaraceno, Latronico e Nemoli. Si sono messi insieme nel 2016. Per fare musica, portando ognuno un bel bagaglio di esperienze. Risultato? Dove si sono esibiti hanno entusiasmato: la loro carica esplosiva, la loro ironia e il ritmo hanno fatto diventare la loro musica un vero e porprio tormentone che ha percorso, per tutta l’estate scorsa, tutta la Basilicata.
Chi sono? Francesco Schettini è la voce del gruppo, Federico Ferrari si esibisce alla chitarra, Antonio Viceconte al basso, Nicolangelo Schettini si cimenta con le tastiere, Gabriele Brigante alla batteria e Francesco De Lorenzo alle percussioni.
Quando hanno deciso di mettersi insieme, per proporre la loro musica, si sono rifatti a un momento tradizionale dei matrimoni – gli sposalizi – della loro regione: quando un parente degli sposi, spesso uno zio, dedica una canzone beneaugurante alla neo coppia.
Nei loro brani c’è quel pizzico di ironia che spinge a riflettere sulle abitudini popolari della loro terra. E nelle loro esibizioni, anche quell’imprevedibilità che li rende unici. Questo uno dei tanti segreti del successo di canzoni come “Comm’ vuoi” o “Questa è l’Italia”.
Con grande determinazione si sono proposti, lo scorso 31 dicembre insieme ad altri due gruppi locali, sul palco dell’”Anno che verrà”, la trasmissione in diretta Rai da Maratea per festeggiare l’arrivo del 2018. E’ stato, allo stesso tempo, un modo per consacrare un anno di successi conseguiti nelle piazze e negli eventi della Lucania, e di aprirsi a una platea più ampia: insomma un punto d’arrivo che rappresenta soprattutto una nuova partenza.
Come siete nati musicalmente?
Il progetto “Gli Zii Dello Sposo” nasce nel 2016, ma noi ci si conosce da molto tempo. Nicolangelo Federico e Antonio suonano insieme già dai tempi delle giornate musicali al liceo e un po’ lo stesso vale per Francesco (il cantante), Gabriele e Francesco.Lo scorso anno abbiamo deciso di provare a proporre qualcosa di nostro, ed eccoci qua.
C’è una storia dietro il vostro nome?
Il nome del gruppo è nato in realtà un po’ per caso. Alcuni dei membri del gruppo erano ad un matrimonio quando, come spesso succede in queste occasioni dalle nostre parti, un parente degli sposi, in quel caso lo zio dello sposo, ha cominciato a cantare una canzone dedicandola agli sposi come augurio per un roseo futuro. Nell’idea di cantare, divertirsi e cercare nello stesso tempo di far divertire e augurare il meglio c’è piaciuta a tal punto da decidere di darci questo nome.
Come definite la musica che proponete?
In realtà facciamo molta fatica a definirci in uno stile ben delineato. Quando scriviamo un brano lo facciamo perché spinti da stimoli che sono sempre diversi. Per questo motivo ogni brano ha una sua natura e il modo in cui decidiamo di veicolare quella particolare sensazione è di volta in volta differente. Ovviamente abbiamo un nostro modo di suonare che fa da collante e crediamo permetta di rendere riconoscibili i nostri brani
A quale genere – o artista – fate riferimento?
I nostri riferimenti musicali sono tanti e questo perché crediamo che ogni genere di musica possa, se fatto bene, darci idee, stimoli e spunti di riflessione. Per questo motivo ci piace ascoltare dai cantautori alla fusion, dall’hard rock alla musica classica, dall’R & B a quella grande scuola che è stata la musica napoletana. Insomma ci piace tutta la musica, se riesce a trasmetterci emozioni.
Com’è la scena musicale in Basilicata?
Molto più vivace di quanto si pensi e sappia. Nel territorio regionale abbiamo incontrato moltissimi ragazzi con delle grandi potenzialità che avrebbero tutte le carte in regola per poter dire la loro in contesti più ampi. Il problema è che spesso si fa fatica a mettersi in gioco e, nel momento in cui si trova la spinta per farlo, le opportunità di visibilità e crescita sono ancora limitate rispetto a contesti con tradizione più rodate. Tuttavia, negli ultimi anni qualcosa sta cominciando a cambiare, molti ragazzi stanno cominciando a portare idee innovative e anche il contesto in generale sembra stia cominciando ad adattarsi e prendere coscienza di questo fermento. Noi siamo molto fiduciosi e crediamo che, con le giuste possibilità, la Basilicata possa dare un importante contributo alla vita culturale del Paese.
C’è spazio per esprimere cose nuove?
Come detto prima gli spazi e le possibilità per poter esprimere idee e novità sono ancora limitati, ma passi avanti importanti sono stati fatti negli ultimi anni. Purtroppo creare un sistema che possa dare reali e adeguate possibilità si sa richiede tempo. Tuttavia segnali importanti ci fanno ben sperare per il futuro (volendo citare un esempio tra i più noti basti pensare all’importanza per il futuro culturale della Regione che può avere un evento come la Capitale Europea Della Cultura a Matera).
Quanto territorio o quanta tradizione c’è nelle vostre proposte?
Noi tutti siamo cresciuti in contesti molto legati alle proprie tradizioni e questo ovviamente è un bagaglio che portiamo sempre con noi. Tuttavia tutti noi abbiamo avuto la fortuna di andare fuori regione e girare per poter conoscere nuove e stimolanti realtà che fanno, come le nostre tradizioni, oramai parte di noi. Direi quindi che il nostro territorio e le nostre tradizioni sono una parte importante della nostro bagaglio culturale che, insieme a tutte le altre esperienze, ci permette di essere quello che siamo e provare ad esprimerlo in quello che facciamo
Come siete arrivati sul palco nazionale dell’Anno che verrà?
L’esperienza al Capodanno Rai è stata davvero surreale per tutti noi. Quando abbiamo saputo che l’evento si sarebbe svolto a Maratea mai avremmo potuto immaginare di farne parte e, anche se l’idea di provarci era balenata nella testa di tutti, ci sembrava una cosa davvero troppo grande. Poi le persone che da sempre ci sostengono e che non finiremo mai di ringraziare per il supporto, hanno cominciato a chiedere il perché non provassimo a proporci e, realizzato che in fondo non avevamo nulla da perdere, abbiamo deciso di provarci. Quando è arrivata la conferma non riuscivamo a crederci e abbiamo passato dei giorni a chiederci se fosse tutto vero.
Quali progetti state perseguendo?
Al momento siamo a lavoro sul nuovo spettacolo che vorremmo portare in scena e su nuovi brani che speriamo di poter fare ascoltare il prima possibile. La nostra voglia di fare e metterci in gioco è tanta e speriamo di poter avere sempre nuove e stimolanti occasioni per poter fare ascoltare quello che facciamo.
Emilio Chiorazzo
Le foto