L’Italia del boom economico era migliore di quella attuale? E’ uno degli interrogativi ai quali cercherà di dare una risposta, venerdì 25 maggio, lo scrittore e saggista Giuseppe Lupo, ospite dell’Associazione Lu.Pi, Lucani a Pisa. L’appuntamento è alle 18,30 nella sala convegni alla Stazione Leopolda di via Francesco da Buti a Pisa. Lo scrittore, nato ad Atella, in Basilicata, è docente di letteratura italiana contemporanea all’Università cattolica del Sacro Cuore a Milano e Brescia. A dialogare con lui ci saranno Michele Molino, presidente dell’Associazione Lu.Pi. e Bonaventura Tancredi, poeta, scrittore e responsabile cultura dell’associazione dei lucani a Pisa.
Tutto ruota intorno a una fotografia, che poi è anche la copertina del libro, con il quale Giuseppe Lupo, scrittore e saggista, 55 anni, racconta “Gli anni del nostro incanto” (edito da Marsilio). C’è una Vespa guidata dal capofamiglia: davanti c’è il figlio più grande, sei anni; dietro la moglie che tiene stretta al petto l’altra figlia, la più piccola. Non ha neppure un anno. E’ una foto scattata negli anni Sessanta, a loro insaputa. E pubblicata su una rivista. Era una mattina d’aprile. Aveva appena smesso di piovere da poco e sul portapacchi della Vespa c’erano i fiori che l’uomo aveva regalato alla moglie per il loro anniversario. Era una famiglia arrivata dal Sud nella periferia milanese. E che stava vivendo gli anni della crescita economica.
Quella foto, qualche decennio dopo, è nelle mani di quella bambina, piccolissima sulla Vespa, ma che ora era cresciuta. E’ il 1982, l’anno in cui la Nazionale di calcio vince il suo terzo mondiale in Spagna. Siamo proprio in quei giorni e la giovane donna sta accudendo la madre ricoverata in un ospedale perché ha improvvisamente perso la memoria. Lei ha il compito di ricordare e raccontare. Comincia così il romanzo di Giuseppe Lupo, premio Campiello nel 2011 con L’ultima sposa di Palmira. E’ un romanzo ma anche un saggio, che racconta le generazioni che hanno dovuto fare i conti con le le contraddizioni della modernità . Gli anni del nostro incanto è il racconto di una famiglia milanese, dai primi anni ’60, attraverso il boom economico, e gli anni di piombo, fino alla vittoria della nazionale italiana ai mondiali di Spagna. Lupo racconta lo sviluppo economico e dell’industria, la violenza degli anni bui, e le trasformazioni che cambiano il volto di Milano. C’è la spensieratezza di una nazione che sogna il benessere, che vede nascere le autostrade e comincia a viaggiare, che segue le avventure spaziali. C’è una famiglia che crede nel futuro ma che poi deve fare i conti con la contestazione giovanile e con il terrorismo. Milano è teatro della strage di Piazza Fontana, una specie di spartiacque tra un’epoca che ci lasciamo alle spalle e un’altra, nuova e diversa, che si presenta davanti.
Vittoria, la bambina ritratta sulla Vespa del padre, oggi donna, con quella immagine tra le mani, tenta di rianimare la madre: il padre è morto, il fratello, dopo essere stato in seminario s’avvicina ai gruppi che praticano la lotta armata. Lei tenta di aiutare la mamma con i ricordi. Ed è questo il modo per ripercorrere quei venti e passa anni, così intensi e così diversi tra loro.