Tra Carlo Levi e Rocco Papaleo: Vincenzo, il pastore di Craco vecchio potrebbe stare tra il romanzo che ha denunciato le condizioni della Basilicata degli anni Quaranta e le parodie in musica dell’artista di Lauria. Ma Vincenzo è un personaggio vero. Un pastore lucano. Che le riprese del film di Rosi le ha viste dal vivo. Che la storia del romanzo di Levi le ha vissute sulla sua pelle.
E quando Massimo Previtero, attore, sceneggiatore, poeta e scrittore di Pisticci lo ha incontrato, nelle campagne del Materano, ha capito subito che quell’uomo poteva essere un simbolo. Una maschera. Così, con la sua Dilprev cinefilm, una casa di produzione cinematografica creata insieme al regista Emanuele Di Leo, ha deciso di realizzare un film che oggi vede la luce e che – dedicato anche a Matera capitale europea della cultura 2019 – sarà diffuso e proiettato nella prossima primavera.
“Dopo un anno di intenso e appassionato lavoro tra Basilicata e Roma, siamo giunti alla fine delle riprese _ racconta Massimo Previtero _ L’ultimo ciak lo abbiamo battuto a Roma, in una location bellissima, vicino al teatro Marcello. Abbiamo chiuso in bellezza, grazie alla presenza di Iskra Menarini, la vocalist storica di Lucio Dalla, attrice per Pupi Avati,che per amicizia s’è messa in gioco in questo cast.
Un cast tutto al femminile, o quasi.
E’ un omaggio alle donne. Quando il pastore Vincenzo arriva a Roma ne incontra tante. E nel cast ce ne sono davvero tante: My Simona, Donatella Fioroni, Sandra Pellegrino, Maria Rosa Dragonetti, Anna Borrata, Veronica Iorio, Antonella Banchero, Virginia Lozzi, Chiara Tricarico e Rebecca Silletti. E poi Alessandro Graziosi, Roberto Fracassini , Antonio Rossi.
Vincenzo è un personaggio vero: nel film va a Roma per incontrare il Papa e chiedere che interceda affinché Cristo faccia, finalmente, una visita anche in Basilicata. Che riprenda il cammino fermato a Eboli, insomma.
Vincenzo cerca Papa Francesco perché vuole che il Pontefice metta una buona parola perché Cristo riprenda il viaggio oltre Eboli. Lui pensa che la regione rischi di fare brutte figure in occasione dell’anno di Matera capitale della cultura: i treni non arrivano, quelli che approdano nei paesi vicini sono pochi. E i turisti, così, si sentirebbero spaesati.
E’ una commedia?
Si, con Vincenzo abbiamo voluto dare un po’ di allegria. Una commedia che però ha tanti messaggi importanti. Ci sono anche alcuni riferimenti autobiografici: il mio arrivo a Roma, gli incontri, le difficoltà. Vincenzo ha un rapporto particolare con San Vincenzo, il patrono di Craco vecchio. Lui viene da lì. Racconta che ogni tanto vede il santo. Lo prendono in giro, non gli credono. E’ spinto proprio dal Santo ad affrontare il viaggio a Roma. Vincenzo è l’ingenuità: la prima volta a Roma di un pastore, non sa parlare bene italiano, si trova al cospetto di tanti personaggi, alcuni anche pittoreschi come lui.
Un anno di lavoro: il film adesso è completato.
Un anno di riprese tra Roma e i paesi del materano: tutto questo è stato possibile grazie alla regia di Emanuele Di Leo, l’aiuto regia di Federico Viarengo, assistente alle riprese Cavalieri Alessandro, Fotografo di scena Antonio Pola, al trucco Michela Brasile, ufficio stampa Giuliana Russo. Ora la pellicola è in post produzione. Aspettiamo il 2019, l’idea è di presentarlo, tra la primavera e l’estate a Matera, a Pisticci, a Marconia e in tutti gli altri Comuni della nostra regione.
Vincenzo è un personaggio vero, esistito: lo ha conosciuto?
Lo conobbi quando abitavo in Basilicata, lui viveva a Craco. Avemmo un lungo colloquio. Pensai subito: questo sarà un personaggio dei miei film. Un po’ di tempo fa girammo un breve video per raccontare Vincenzo, il suo modo di parlare, di muoversi, di pensare. Sono felice, perché Vincenzo mi ha messo a nudo come attore: è stato divertente realizzarlo. Attraverso questo film ho voluto dare una maschera alla mia terra: Vincenzo con la sua gestualità, il suo essere lucano, buono, semplice, ospitale, sempre disponibile verso gli altri, anche a costo di fregature, sempre cordiale e accomodante. Un simbolo della lucanità.