Il benessere? Sta anche nel nostro passato. Nelle abitudini dei nostri nonni. Parola di biologa nutrizionista. Maria Teresa Nivuori, giovane dottoressa lucana che esercita a Torino, è stata annoverata, di recente, ai vertici della classifica dei migliori nutrizionisti che operano nel capoluogo piemontese. Nata a Marconia, un importante centro abitato nel comune di Pisticci, ha sempre avuto, tra i suoi sogni, quello di occuparsi di alimentazione. La sua filosofia la si coglie bene visitando il suo blog: “Tutti si alimentano, pochi si nutrono. La nutrizione è un mondo meraviglioso e quando si impara a coglierne l’essenza, le giuste scelte a tavola sono la conseguenza. Il cambiamento viene da se, il volersi bene dobbiamo sceglierlo”, è il suo biglietto da visita.
La strada da percorrere per arrivare al benessere, a dire il vero, ce l’abbiamo alle spalle. “E’ quella dei nostri nonni: più verdure, più legumi, meno carne”, dice la dottoressa Nivuori. Le insidie? Sono tutte nelle quantità. O quasi…
Dottoressa, un recente articolo pubblicato su Nutribees, una rivista specializzata, la considera una delle tre migliori nutrizioniste di Torino.
Ho letto con piacere, ma questo non posso certo dirlo io, sono gli altri che danno i giudizi.
Come nasce nutrizionista?
Ho studiato scienze biologiche e poi scienze dell’alimentazione e nutrizione umana. E’ sempre stata la mia passione quella di occuparmi di alimentazione. Alla fine ho realizzato il mio sogno.
Che qualità servono per essere una buona nutrizionista?
Oltre alla conoscenza della materia, serve anche un po’ di psicologia. Spesso malessere e stress portano a mangiare in eccesso, cercando di compensare con il cibo alcune mancanze. Ecco, a questo punto entra in gioco la psicologia: occorre cercare di capire le radici di quel malessere e partire da lì.
In questi giorni di festa e di eccessi a tavola, il dietologo e i suoi consigli finiscono inevitabilmente nel dimenticatoio…
A tavola si commettono tanti errori. Il più grosso riguarda le quantità. Mangiamo male, spesso seguendo l’influenza degli altri, nel senso che non sappiamo dire no. Soprattutto alle tentazioni.
Esiste una possibile dieta lucana per il benessere?
Certo. La vera dieta originaria dei contadini. Il problema di tutto il Sud Italia è che siamo legati a salumi, formaggi, a prodotti conservati. Vanno bene solo se assunti in modica quantità. Prima la carne si mangiava una volta la settimana, veniva compensata nel resto dei giorni, con legumi e verdure. Anche io quando vado al sud, in tavola trovo sempre affettati e latticini e la carne c’è praticamente ogni giorno.
Qual è il piatto ideale made in Basilicata?
Fave e cicorie. Sarebbe l’ideale, ma è stato abbandonato. Sarebbe utile tornare alle vecchie tradizioni, quelle delle nostre nonne.
Gestisce un suo blog: quali sono le domande e le richieste più frequenti che le vengono rivolte?
Spesso hanno a che fare con le donne in menopausa: riguardano donne da 45 a 55 anni, che è la fascia del cambiamento per la donna. Mi chiedono come dimagrire, come evitare l’effetto yo-yo. Spesso le domande riguardano le cosiddette diete improvvisate: si cerca di mangiare senza grassi, ma è sbagliato, perché i grassi servono. Occorre saperli scegliere. Più grassi buoni rispetto a quelli di origine animale. E poi ci sono le donne che cercano prodotti light: mi chiedono quale cibo fa perdere peso. Non c’è. Non esiste. Tutto fa bene e allo stesso tempo tutto può far male. E poi ci sono i miti da sfatare: mi chiedono se acqua e limone fa dimagrire, in un certo periodo si parlava dell’aceto, oggi dello zenzero e della curcuma. Poi ci sono quelli che per perdere peso eliminano pane e pasta. Il problema non è la pasta, tutt’altro. Occorre limitare o eliminare gli zuccheri semplici.
Ci dia un consiglio: dopo le abbuffate di queste feste come ritornare in forma?
La prima operazione da fare è quella di ripulirci un po’: più verdure per bilanciare le abbuffate di dolci di questo periodo; bere di più acqua, evitare gli zuccheri semplici. Vanno limitati, soprattutto quelli nascosti: molti cibi ne contengono e neppure lo sappiamo. Un metodo per ripulirci è usare il meno possibile i prodotti confezionati: l’ideale sarebbe tornare a cucinare, a preparare da noi qualche piatto. Nel mio blog cerco di proporre sempre più ricette nuove, servono soprattutto a dare l’input a preparare qualcosa.
Che rapporto ha con la sua terra d’origine?
Le radici ci sono e si sentono. Appena posso torno. Mi piacerebbe anche tornarci per svolgere la mia attività. E non è escluso che succeda…