Sarà in più di 200 cinema italiani il 21, 22 e 23 gennaio (clicca qui per conoscere le sale dove sarà proiettato), racconta il riscatto e la rinascita di Matera, una delle città vive più antiche del mondo, dal 1993 patrimonio culturale dell’Unesco e che dal 19 gennaio sarà Capitale europea della cultura.

Il film documentario “Mathera. L’ascolto dei Sassi” di Francesco Invernizzi (che firma la regia col giornalista materano Vito Salinaro, di Avvenire)  prodotto da Magnitudo Film e distribuito da Magnitudo con Chili, è la storia di Matera il luogo magico passato da vergogna a orgoglio d’Italia.

Il film racconta il riscatto e la rinascita di Matera, una delle tre città abitate più antiche del mondo. Dalle sue origini ad oggi, passando per i ricordi di quando venne definita “vergogna d’Italia” a causa delle condizioni di miseria e arretratezza in cui la sua gente viveva nei Sassi, fino al fiorire contemporaneo, le abitazioni ricavate nelle grotte sono la prova che anche le piccole comunità possono farcela.

Oggi qualificata come una delle mete turistiche più desiderate di Italia, Matera è al centro di un territorio estremamente dinamico dove tradizione, scienza e tecnologia si intrecciano in un viaggio tra passato, presente e futuro dell’umanità.

Mathera propone una riflessione sulle sue bellezze e potenzialità, cercando di trasmettere la storia del luogo più rappresentativo della vita contadina e delle tradizioni rurali in Italia, riconosciuto patrimonio Unesco anche per la sua eccezionalità.

 

Ma Mathera è soprattutto la storia della gente che ci vive, la “vox populi”, come lo descrive il regista.

Dopo i tre giorni di proiezione nelle sale italiane il film sarà distribuito in 74 paesi del mondo e in primavera sarà proiettato a Los Angeles alla manifestazione che celebrerà il cinema italiano e gli ottanta anni di Francis Ford Coppola.

Il regista Francesco Invernizzi, autore anche di altri docufilm come Bernini, Raffaello, Michelangelo e altri artisti, ci racconta come è nata l’idea di Mathera. “E’ un progetto che non nasce da noi, ma direttamente dalla città dei sassi. Un ragazzo del posto che aveva avuto modo di vedere un mio film precedente, su Raffaello, mi ha contattato dicendomi: “Vorrei farti vedere Matera, sarà capitale della cultura, mi piacerebbe che la vedessi per capire se ti interessa”. Qualche giorno dopo andai e questo ragazzo mi portò per tre giorni a spasso tra i sassi, facendomi vedere l’arte rupestre, raccontandomi la storia. Ebbi modo di conoscerla meglio: questo è  stato il primo approccio vero”, racconta Invernizzi.

E il progetto com’è nato?

Qualche  mese dopo, un amico giornalista che conobbi in quell’occasione, Vito Salinaro di Avvenire,  attraverso il nostro ufficio stampa chiese di incontrarmi e,  mi disse: “perché non fai un progetto su Matera?. Andiamo a farci un giro”. Andai anche con lui. E fu un passaggio diverso.

In che senso?

Vito mi fece parlare con le persone. Andammo dall’arcivescovo, da  un fotografo con il quale Vito era cresciuto professionalmente e che a sua volta mi fece conoscere altre persone come l’architetto Antonio Acito. Ognuno aveva una storia da raccontare. Quella fu l’illuminazione. Mi dissi: “Ecco cosa può essere il racconto dei sassi, il racconto di queste persone trasferito dal caffè al bar alla pellicola. Mathera è questo. Nata l’idea,  sviluppiamo il progetto, torniamo a Matera e dico a quelle persone: mi raccontate la stessa cosa,  stavolta davanti alla macchina da presa?

Così è nato il docufilm Mathera

E’ una storia che nasce dal punto di vista delle esperienze, dei valori, dalla festa della Bruna, la stratificazione culturale che attraverso millenni è Matera, il sindaco che  racconta la scoperta della roccia rupestre e poi Pietro Laureano con  il racconto dell’Unesco di cui è artefice e da cui poi nasce tutto questo fino a oggi, Capitale europea della cultura. Matera è crocevia della cultura da secoli, oggi un ruolo riconosciuto.

E sul piano emotivo, cosa ha portato via da Matera dopo questa esperienza?

Ho trovato persone che ci hanno accolto a braccia aperte. Con grande benevolenza. E grande umanità. Difficile da trovare altrove. E’ un luogo magico, lo paragonerei a Stonehenge, dove si sente qualcosa di interiore. Matera è esattamente quello,ma non è solo fredda roccia: ci sono persone che ci hanno abitato, che ti accolgono che ti vogliono bene. Ci si sente in famiglia. Ci hanno riservato un grande benvenuto, prima ancora che avessimo deciso di girare il film. Abbiamo raccontato la storia millenaria, che è arte, attraverso le persone. E questo rende il racconto poesia.

E’ il messaggio che il film vuole dare?

Mi auguro di essere stato capace di trasferire tutto questo. Vorrei che questo film fosse come un catalogo  che si consulta prima di andare a Matera, come avviene con qualsiasi opera d’arte.

 Che vita avrà il film da ora in avanti?

Abbiamo  già lavorato sua distribuzione internazionale di questo film, attualmente è prevista  la distribuzione in altri 74 paesi nel mondo. E’ stato richiesto per un festival a Los Angeles che si terrà una settimana prima della cerimonia degli Oscar  in cui ci sarà una sezione al cinema italiano e proprio i quella occasione ricorreranno gli ottanta anni di Francis Ford Coppola e ci hanno chiesto di proiettare questo film in omaggio a Coppola. E’ straordinario sapere che assisterà a questa proiezione.

Il trailer del film Mathera

 

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