Il suo rapporto con le origini, che sono  lucane, lo definisce “uno slalom di emozioni”. “Ma è la stessa cosa che mi accade con Roma”, avverte Angela  Giammatteo, sceneggiatrice, soggettista, script editor, che  – nata a Rionero in Vulture – nella capitale ci vive.

In questi giorni sta presentando in giro per l’Italia il il suo nuovo libro “Agosto è una bugia” (Catartica edizioni), il cui racconto che dà il titolo alla raccolta, è stato appena pubblicata sulla rivista di settore “Effe”, una rivista che va alla scoperta di nuovi autori.

Angela Giammatteo è laureata in Scienze della Comunicazione. Ha svolto una tesi di laurea sui Peanuts e la serialità nel fumetto e ha frequentato il XIII Corso di formazione per sceneggiatori Rai-Script. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti ed ha collaborato alla stesura di diverse sceneggiature cinematografiche: le è stato assegnato il Premio Solinas 2014 con il soggetto Nikita Bloom e la Borsa di studio Claudia Sbarigia per il talento nel raccontare i personaggi femminili, ha ottenuto riconoscimenti come i premi Racconti di Cinema, Sonar Script e molti altri. Ha sceneggiato cortometraggi e graphic novel. Ha sceneggiato cortometraggi (Anna, La moglie del custode), graphic novel didattiche per ragazzi, la branded series Anna quella che (non) sei prodotta da Fox Life per Mercedes Benz.

Nel 2013 ha pubblicato il racconto Supermarket in racconti di Energheia. Nel 2015 si è aggiudicata il premio APT Eroe imperfetto.

Scrive prevalentemente per il cinema.

Ho fatto il corso Rai di sceneggiatura, nel 2010, quando ancora esisteva. Ora si è trasformato in un master. Da lì ho iniziato a scrivere per il cinema. Sono arrivati anche riconoscimenti importanti,  come il premio Solinas, è il più importante nella sceneggiatura in Italia. Ho vinto con Nikita Bloom, un soggetto che parla di un rapporto complicato tra madre e figlia. Ho vinto, oltre che per il soggetto, anche la borsa di studio per i personaggi femminili. Vincere il Solinas è come se improvvisamente la tua professione conquistasse una dignità diversa: cominci a ricevere chiamate,  la  gente ti cerca. Certo, Nikita Bloom non è mai stato

 E ora si cimenta con il nuovo libro

E’ una raccolta di racconti tutti al femminile, parla di  quattro donne e attraverso loro racconto il mio rapporto complicato con Roma, una città che dà e toglie. Le storie parlano del precariato nel senso più completo del termine, anche il precariato affettivo, la  difficoltà a trovare una collocazione, sia dal punto di vista lavorativo che sentimentale.  E’ il collante tra le quattro storie, quattro donne di generazioni diverse.

E il racconto che dà il titolo al libro è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista Effe.

“Effe” fa soprattutto scouting di scrittori. Spero che mi possa aprire altre possibilità, sto scrivendo un romanzo che rispetto ai racconti ha tutt’altro respiro.

Perché Agosto è una bugia?

E’ una frase che dice la protagonista di una dei racconti, una lavoratrice precaria impiegata durante l’estate, ch a settembre sarà licenziata. E’ una negazione della propria esistenza, lei sa che quel che sta facendo, finito agosto non ci sarà più. La realtà è che non è soltanto agosto una bugia. Lo è tutto. Gli adulti ci hanno raccontato tante bugie, ci hanno prospettato cose che purtroppo non vedremo avverarsi. Quando mi sono scritta all’università mi è stato detto che avrei fatto chissà cosa, che avrei svolto chissà quale lavoro e che avrei guadagnato chissà quanto. Purtroppo appartengo a quella generazione che è rimasta col cerino in mano.

Si è chiesta di chi sono e colpe?

E’ complicato trovare una responsabilità unica. Non è colpa nostra, intanto. Il problema è che a questo  siamo arrivati impreparati. I ventenni di oggi, invece, lo sono: sembrano già pronti per questo stato di cose, noi avevamo le aspettative altissime. Penso che la generazione precedente qualche colpa ce l’abbia.

C’è differenza tra sceneggiare e scrivere racconti?

Sì, è la ragione per cui ho deciso di scrivere racconti. La sceneggiatura mi piace ma ha dei limiti, il racconto va mantenuto in un periodo abbastanza limitato e quindi ha un equilibrio diverso, con la scrittura letteraria puoi variare e puoi allargarti di più. Puoi passare anche trenta pagine a descrivere un personaggio e questa è la cosa che amo di più quando scrivo: raccontare i personaggi.

Il suo nuovo romanzo è già pronto?

E’ in fase avanzata. Parla di una storia di amicizia tra donne, sono il filo  conduttore della storia che è un romanzo di formazione,  il rapporto di una donna con il proprio corpo, con la bellezza.

Come vive il suo rapporto con le origini lucane?

L’altro giorno ho presentato il libro nel mio paese e parlavo di questo con alcuni miei amici. Ho detto loro che era stato molto bello, a parte qualche slalom emotivo. Mi hanno chiesto cosa volevo dire con slalom emotivo. Non ho risposto subito, ci ho pensato un po’: è oscillare tra la felicità, il fatto di essere lì che è il posto da cui  provieni, ma  è anche il posto che, per certi versi, non ti appartiene più e per altri è limitante. Ci sono delle aspettative diverse da quelle che sono le mie attuale. E’ un rapporto controverso, ma questo io ce l’ho anche con Roma.

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