Era il sogno che inseguivano da oltre dieci anni. Da quando si erano messi insieme per fare musica. Gli Opra Mediterranea – gruppo di rock progressive empolese ma con radici anche lucane, l’ha centrato: entro l’estate uscirà il loro primo disco, “Isole”. E venerdì 29 marzo, il progetto, verrà presentato, nell’ambito del Campus della musica, a Milano. Mattia Braghero, Michael Aiosa, Federico Ferrara, Manuel Mecca e Lorenzo Morelli hanno cominciato a lavorare a “Isole” da alcuni mesi. Un paio di brani sono già presenti nelle piattaforme digitali che si occupano di musiche. Sono i brani che Claudio Fabi, “patron” del Campus della musica (una fucina di nuovi talenti, che ha sede a Firenze) arrangiatore, autore e produttore, ha scelto da inserire in due compilation che gli Opra hanno portato in giro per l’Italia. E che, insieme ad altri brani inediti, presenteranno venerdì a Milano.

“Da dicembre a oggi con il Campus della musica abbiamo fatto diverse date in Italia per promuovere le compilation, due volumi, nelle quali ci sono i nostri brani”, racconta Federico Ferrara, chitarrista, il lucano del gruppo.

“Siamo stati a Bari Napoli, Mantova e a Milano già una volta. Abbiamo portato in giro questi nostri brani e alcuni inediti dell’album che uscirà prima dell’estate” prosegue Federico.

La tappa allo “Spirit di Milan” sarà importante.

Ci esibiremo davanti a giornalisti, producer, addetti ai lavori, musicisti ed esponenti di case discografiche. E sul palco, stavolta, saliranno solo alcuni dei progetti che hanno partecipato al Campus della Musica: quelli che hanno potenzialità per affrontare produzioni singole

Quindi questo significa che il vostro primo album è alle porte?

Sì, l’album è già in fase di postproduzione, manca la parte grafica. E’ questione di settimane. Contiamo di farlo uscire tra maggio e giugno, sicuramente prima dell’estate

Perché avete scelto “Isole”, come titolo?

E’una metafora della condizione dell’uomo moderno, del fatto che ci sentiamo istantaneamente sempre e potenzialmente connessi, ma in realtà siamo isole, a livello introspettivo non riescono a comunicare tra essi in maniera umana. I brani fanno perno al tema dell’incomunicabilità, parlano delle difficoltà a comunicare in maniera umana e non virtuale. Isole è una suite di undici minuti che affronta il viaggio introspettivo di un essere umano che entra in simbiosi con un pc e ne esce solo dopo esserne entrato a farne parte al punto da confondere il reale col virtuale. Lettera, un altro brano è un testamento, Numeri primi è un’altra faccia dell’incomunicabilità: due anime gemelle che viaggiano su rette parallele, destinate a non incontrarsi mai.

Fare un disco era un vostro obiettivo fin da quando siete nati come gruppo.

E’un progetto nato dieci anni fa. In tutto questo tempo ne abbiamo passate tante. Ora la formazione è quella originale, tranne un altro chitarrista che ci ha lasciati già da tempo. Ci sono stati dei cambi, degli inserimenti, delle trasformazioni in questi anni, ma da quasi tre anni siamo tornati alla formazione iniziale. Il disco, per, abbiamo cominciato a realizzarlo dai mesi finali del 2018.

Grazie al Campus della Musica.

Da due anni a questa parte siamo all’interno del progetto fiorentino di Claudio Fabi. Ci ha permesso di fare un bel salto di qualità: Fabi ci ha dato la consapevolezza del genere, la sicurezza negli arrangiamenti. Nel tempo avevamo percorso delle strade che non si confacevano alla nostra voglia di fare progressive.

Quali sono i vostri riferimenti?

La Pfm, ovviamente. Il Banco di Mutuo Soccorso. Questi a livello italiano. Se allarghiamo l’orizzonte cito i Pink Floyd, che è il nostro riferimento anche per l’immaginario, la visione. E poi i Genesis. Ma anche il prog più moderno, il British di Stevie Wilson.

Scrivete da soli i vostri brani?

Sì, scriviamo da soli, ma da quando abbiamo conosciuto Claudio Fabi, lui ci cura gli arrangiamenti, partecipa alle prove, ci dà consigli utili anche sull’uso degli strumenti, sui vari passaggi dei brani.

Arrivate alla tappa di Milano con alcuni importanti riconoscimenti in tasca.

Abbiamo vinto qualche contest, nel corso dei nostri dieci anni di attività. E nel 2018 abbiamo ottenuto il premio Fim, come banda emergente. Ci è stato consegnato al Salone della Musica di Milano, dove abbiamo avuto anche la possibilità di esibirci.

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