Ha trasformato le origini della sua famiglia in un abito: un omaggio ai suoi nonni e alla sua terra, la Basilicata. Elena Massenzio, studentessa di Montemurlo (Prato) al recente esame di Stato che le è valso il diploma, ha portato un abito che racconta Matera e i suoi monumenti. Primo, fra tutti, la casa-grotta, la prima che, già oltre vent’anni fa, si poteva visitare per comprendere com’era la vita quotidiana nei Sassi.

Quella casa, in vicolo Solitario, era di suo nonno, Vito Vizziello. “Ed è a lui che mi sono rifatto quando ho dovuto immaginare un progetto da portare, come elaborato conclusivo del mio percorso scolastico, all’esame di stato”, racconta

Elena si è diplomata al Liceo artistico do Montemurlo,  dove ha frequentato il laboratorio di taglio e confezione all’interno dell’indirizzo di Moda e costume. A spronarla è stata la sua insegnante Rosa Sammartino, anche lei lucana, proprio come la famiglia di Elena. “Dovevamo realizzare un progetto per la fine del percorso scolastico _ racconta Elena _ e io mi sono ispirata ai racconti che mio nonno e la mia famiglia, mi hanno sempre fatto di quella casa. Ho pensato subito a Matera, ai racconti di mio nonno, a quella casa-grotta. Per realizzarla ho usato molto materiale di riciclo, dalla plastica ai tessuti, fino alle lucine che completano scenograficamente l’abito”.

La casa-grotta è illustrata al centro del vestito, mentre sulla testa della modella (lei stessa lo ha indossato in occasione dell’inaugurazione della mostra Obiettivo Basilicata al museo degli Innocenti a Firenze, mentre a scuola, durate il suo esame di maturità, lo ha fatto indossare a una modella), fa bella mostra una ricostruzione della chiesa di Santa Maria, tanto cara ai materani.

E poi c’è un mantello, sul quale sono riportate frasi tratte dal libro “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. “Ho pensato di omaggiare in questo modo le radici della mia famiglia, l’amore per la Basilicata”, racconta Elena che, col diploma in tasca adesso, affronta il percorso universitario. “Continuerò nel settore della moda, frequentando l’Accademia, a Firenze”.

La casa grotta di Matera    di vicolo Solitario è stata la prima casa ricavata nei Sassi visitabile. E’ un modo per comprendere il tenore di vita nelle case scavate del Sasso Caveoso prima del loro abbandono, avvenuto in  seguito alla legge di risanamento dei Sassi voluta dal presidente del consiglio Alcide De Gasperi nel 1952. 14Al suo interno si possono vedere il focolare con l’area adibita a cucina, al centro della casa un piccolo tavolo con l’unico grande piatto dal quale tutti mangiavano, il letto composto da due cavalletti in ferro, sui quali poggiavano assi di legno e il giaciglio costituito da un materasso ripieno di foglie di granturco; di fronte al letto, la stalla con la mangiatoia che ospitava il mulo; oltre un piccolo tramezzo, trovava collocazione l’altra stalla con la mangiatoia, la cava tufacea dalla quale si ricavavano i blocchi di tufo ed una cavità circolare usata come letamaio o come deposito per la paglia.

Le immagini

 

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