I destini sono quelli di Mauro (Stefano Pesce) e Fabio (Simone Montedoro), amici ai tempi del liceo. Le vicende della vita li fa allontanare, poi si ritrovano e si perdono ancora. Ma questa volta, a distanza di anni – il film è ambientato in parte negli Anni Cinquanta, in parte nei Settanta e ai giorni nostri –  ci sono le famiglie, i figli. E i rapporti complicati, che si intrecciano. Proprio come  destini.

E’ questa in sintesi la storia che Luciano Luminelli, romano, ma con radici lucane (da parte di madre, aviglianese) architetto e soprattutto regista cinematografico, ha voluto raccontare in “Destini”, il suo ultimo film, in uscita in questi giorni.

“Destini”   è una storia emozionante ed evocativa che racconta ed esprime i profondi sentimenti e il senso di apparenza, toccando temi del sociale importanti come la disabilità, l’omosessualità e l’amicizia. Questo  è il tema principale che si snoda per tutta la durata dell’opera.

Il film di Luciano Luminelli è ambientato quasi esclusivamente nella Regione del Veneto e si snoda tra le città di Treviso, Padova, Cittadella, Asiago, Villorba con una piccola parte ambientata anche a Roma. E’ qui che,  tra i banchi di scuola negli anni ’70 nasce l’amicizia tra i due protagonisti che culminerà col rapporto sentimentale tra i  figli dei protagonisti.

Proprio per omaggiare il territorio del Veneto che ha fatto da cornice alle riprese di Luminelli, mercoledì 6 novembre a Cittadella ci sarà la prima nazionale. Poi sono previste altre proiezioni a Treviso e nel resto del Veneto. “Il film sarà diffuso subito nel Triveneto, nel Friuli e infine sul territorio nazionale”, spiega il regista Luminelli.

Per Destini si è affidato a un cast di grandi attori.

Si, oltre a Sebastiano Somma, al quale mi lega una grande amicizia al punto che è  diventato un attore feticcio dei miei film, c’è Simone Montedoro, il capitano dei Carabinieri di don Matteo, Stefano Pesce,protagonista di tante fiction in televisione. E poi  Sabrina Knaflitz, Barbara Livi. C’è anche una partecipazione del giornalista Luca Telese. Ha fatto un cameo nel ruolo di un professore. E poi uno stuolo di altri bravi attori.

Qual è il messaggio di Destini?

Tocca tre temi: l’amicizia,che  è universale, è basica. Lo sarà sempre. Poi la disabilità e l’omosessualità. Sono tre tematiche che oggi creano discussione. Io nel film le ho sfiorate, ho cercato di toccarle con delicatezza per farle arrivare alla gente.

La scelta del territorio quanto conta in un film?

La scelta di questo film è arrivata casualmente. Quando ho portato in giro il  film precedente, “Una Diecimilalire” , ho girato tutta l’Italia. A Padova sono arrivato quasi alla fine della promozione. Le autorità, entusiaste, mi hanno proposto di  adattare il mio prossimo film a quel territorio. Non mi sono fatto pregare: ho trovato un territorio fertile. Il Veneto è bellissimo, meraviglioso: città palladiane, ricche. Il salto geografico dalla Basilicata del film precedente al Veneto è stato importante e poi ho trovato persone sensibili per il proprio territorio.

Lo ha presentato anche a Venezia: che esperienza è stata?

Gratificante, l’anno prima ero stato a presentare il trailer e il soggetto che era ancora in embrione. Questa volta eravamo nella kermesse parallela della Biennale. Simone Montedoro è stato premiato con il Leone di vetro. Il red carpet ci ha riempito di gioia. E’ stata una bellissima esperienza.

 

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