Per molti versi è un ritorno a casa. Tra la sua gente. Carlo Castellani al teatro Aurora di Fibbiana, il luogo dov’è nato. Dove abita il figlio Franco, a meno di cento passi dal teatro che domenica 23 fennraio (ore 17) racconterà la sua storia di bomber morto a Guse, sottocampo di Mauthausen, dov’era stato deportato l’8 marzo del 1944. Nel lager Carlo era arrivato perché aveva preso il posto del padre, la notte che andarono a prelevarlo da casa i fascisti.

Andrea Mancini, regista e drammaturgo, ne ha scritto la storia, ispirandosi a un’idea di Gianluca Rosucci e ai testi dello scrittore argentino Soriano. Questo è “Anna Frank giocava a calcio? Carlo Castellani bomber dell’Empoli”

Quello che sarà presentato domenica 23 a Fibbiana è un monologo in due parti che s’intreccia di storie vere, leggende e narrazioni tra Anna Frank e Carlo Castellani, il grande giocatore dell’Empoli morto a Mathahusen l’11 agosto del 1944, qualche giorno prima della partenza di Anna Frank per Auschwitz (3 settembre del 1944).

Entrambi ridisegnati dalla poesia narrativa di Andrea Mancini, ispirata ai testi di Osvaldo Soriano il brillante monologo viaggia costantemente tra la cruda realtà della deportazione, e la rivisitazione fantastica di un passato immaginato, in cui ogni gol è ricco di eroismo e di qualcosa che assomiglia al mistero e alla magia. Racchiuse tra recitazione, musica e letture attualizzate con straordinaria semplicità scenografica scevra di ogni retorica lo spettacolo narra le tristi vicende di razzismo che ancora affliggono l’Italia e l’Europa, esaltando lo sport come risposta alla malvagità, parafrasando il giorno in cui Castellani, con la sua palla di cuoio colpì in testa i soldati nazisti, abbattendoli come birilli. In questo testo fuori dagli avvenimenti, fuori dalla cronaca, oltre il reale in cui ogni gol è ricco di eroismo e di qualcosa che assomiglia al mistero e alla magia, Anna Frank e Carlo Castellani ci accompagnano per mano invitandoci a guardare ancora una volta negli occhi, uno dei capitoli più vergognosi della storia attraverso l’innocenza dell’infanzia e l’irriverenza dello sport, capaci di camminare oltre.

Carlo Castellani fu il primo giocatore della storia dell’Empoli ad aver realizzato un goal in serie A, oltre ad essere rimasto per oltre 70 anni il più grande marcatore della squadra azzurra. Morto a Mauthausen l’11 agosto del 1944, ancora oggi lo stadio di Empoli e quello di Montelupo, portano il suo nome.

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