La molla che ha fatto scattare tutto si chiama solidarietà. E tanto amore per il prossimo. Così, quel filo di lana, che pochi mesi fa aveva unito tante persone nel nome della pace, questa volta si è intrecciato, si è fatto trama e ordito, ed ha fatto nascere un’altra importante iniziativa: le donne di due associazioni del Lagonegrese, “Le signore del Lago” e Il salotto Letterario Donata Doni, hanno cominciato a tagliare tessuti, confezionare e cucire mascherine per proteggersi dal virus e distribuirli a tutte quelle persone che, in questi giorni di clausura, sono impegnati lo stesso nelle loro attività.
Le mascherine vengono cucite utilizzando materiali che ognuno aveva in casa. “C’è chi ha messo a disposizione anche le lenzuola del corredo matrimoniale di una volta, quelle fatte con la stoffa buona”, svela Agnese Belardi, presidente del Salotto Letterario Donata Doni, che ha messo a punto questa iniziativa insieme a Lucia Anania, presidente dell’associazione “Le signore del Lago”.
“Stoffe varie, utili per quel che dobbiamo realizzare e magari anche un po’ d’elastico conservato da tempo in qualche cassetto”, spiega ancora Agnese Belardi.
Una volta realizzate, le mascherine vengono distribuite, insieme a un messaggio di speranza, alle centrali del 118, alle commesse dei negozi che sono aperti, quelli di generi alimentari, ai portalettere, agli operatori e agli ospiti delle case di riposo, agli edicolanti, alle Oss che lavorano nell’ambito della sanità. “Queste mascherine, che oramai sono centinaia, sono state distribuite grazie ai volontari che si sono uniti alle due associazioni e che, muniti di tutti i mezzi necessari per la sicurezza, li portano ai destinatari: sono amici, parenti, i nostri figli, tutti coinvolti in questo messaggio di condivisione che si chiama solidarietà”, sottolinea ancora Agnese Belardi.
Com’è nata questa iniziativa?
Dopo un primo momento di smarrimento, causato dal corona virus ormai dilagato in tutto il mondo e anche nella nostra Basilicata, le associazioni Le signore del Lago e Il salotto Letterario di Donata Doni si sono messe insieme e hanno concordato di fare qualcosa che potesse donare speranza.
Un’idea partita già da qualche mese, con la coperta della pace…
Lo scorso anno con la coperta della pace abbiamo coinvolto tantissime persone unite da un filo di lana colorata che rappresentava la pace nel mondo, contro la violenza in tutti gli ambiti e in particolare sulle donne. Stavolta la violenza è psicologica, una violenza che ci lascia senza parole, che dilaga sottile in ogni casa dove le persone sono obbligate a restare chiuse per tutto il giorno tra lezioni a distanza, notizie per niente tranquillanti che arrivano dalla tv, negozi chiusi e il fatti di non capire cosa ci possa accadere. Una pioggia di problemi in ogni famiglia, uniti da un denominatore comune, un demonio nemico, peggio della Terza guerra mondiale. E allora le associazioni, superato il primo momento di smarrimento, hanno deciso di unirsi, di mettere insieme le proprie energie, di costruire delle mascherine che potessero essere utilizzate da quelle persone che in prima linea combattono ogni giorno per noi. Non bastano mai, non ne arrivano, le farmacie non le vendono più, chi le ha le offre a prezzi esorbitanti. Così le donne delle due associazioni si sono messe a realizzare da sole le mascherine. A cucirle utilizzando anche le lenzuola del corredo di una volta e un po’ di elastico, così con una macchina da cucire, un po’ di stoffa e tanta, tanta buona volontà ma soprattutto tanto amore, per chi resta, per chi se n’è andato senza un degno funerale, amore per il prossimo e soprattutto per non far morire la speranza: un lumino che rimane sempre acceso, come le Vestali, affinché tutto possa passare nel più breve tempo possibile e si ritorni alla normalità.