Qui il profumo del pane parla di terre lontane. Racconta le storie di uomini e donne arrivati da lontano, a cercar fortuna. Racconta costumi e tradizioni diverse, le imprese di chi , partito dal sud dell’Italia ha attraversato l’Atlantico e ha imparato ad adattarsi alla nuova terra.
Qui il profumo del pane inonda l’atmosfera da oltre cento anni. Era il 1914 quando, nel quartiere Bixiga, nel cuore di San Paolo, la Basilicata Bakery, panetteria Basilicata, o come recita l’insegna brasiliana, Padaria Basilicata, aprì i battenti.
Era, all’inizio, un punto di riferimento per la corposa colonia di italiani che era arrivata in città in cerca di lavoro e di futuro.
Ora, questo posto al numero 614 di via Treze de Maio è un luogo conosciuto e amato dall’intera città. Lo è diventato il pane che produce, rigorosamente lucano. Ma lo sono anche gli altri prodotti tipici che qui arrivano dal Sud Italia direttamente e, da poco più di tre anni, lo è il ristorante che è stato aperto un piano sopra la panetteria.

I cento e passa anni di storia di questo negozio sono stati raccolti e raccontati in un libro, fatto di immagini, di storie, di persone. Ma, soprattutto, di sensazioni, di sapori che arrivano da lontano. E che, grazie a Felipe, Filippo Ponzio (il fondatore e prozio degli attuali gestori), si rivivono ancora. Ogni giorno.
Filippo era partito da Tramutola con quella ricetta in tasca, insieme ai suoi sogni e alla voglia di far innamorare i brasiliani del suo pane. Costruì un forno di otto metri di diametro, simile a quello che esisteva nella sua stessa casa in Italia e che serviva alla sua famiglia, ma anche ai vicini, per cuocere i loro pani. Il forno con cui si produce oggi il pane Basilicata a San Paolo non è quello che realizzò Filippo, ma è lo stesso forno da oltre ottant’anni a questa parte. E da dove escono quasi 6.000 pagnotte di pane al giorno.
Il libro racconta il successo imprenditoriale e la storia di cinque generazioni che si sono avvicendati alla conduzione dell’azienda che ha reso famoso il pane lucano a San Paolo.
“Se non lo sai, se non sei mai stato in Basilicata, se non ne hai mai sentito parlare, allora non sei di San Paolo, o anche di San Paolo, o non ti piace mangiare. Chi non conosce la Basilicata o è cattivo della testa (e dello stomaco) o è malato del palato. Basilicata, estasi, beatitudine, benedizione, vita, sole, estasi. Luogo di piacere, piccola porta si apre su un giardino interno di delizie. Sempre pieno, tuttavia, per essere lì è di essere in pace, anticipando tutto ciò che sta per prendere. La fretta scompare, gli ansiosi si calmano “, scrisse del negozietto italiano lo scrittore Ignacio Loyola de Brandão.
La storia di Paderia Basilicata è la storia delle famiglie Laurenti e Lorenti. I primi provenienti dalla Basilicata, gli altri, i Lorenti , dalla Calabria.
A poco a poco, i due nuclei familiari hanno avuto forti radici in Brasile. Il libro racconta la storia di queste due famiglie ma anche dei tanti personaggi che hanno incontrato: per decenni sono stati un punto di riferimento per gli emigranti in arrivo dall’Italia, fornendo loro lavoro e alloggio. E’ la storia dell’immigrazione italiana in Brasile, delle difficoltà e dei successi, della capacità di ricreare una comunità anche lontani dalla propria terra. O forse proprio per non sentirla così lontana.
Non mancano le ricette create dallo chef Rafael Lorenti, a testimonianza della vocazione gastronomica della famiglia.
La bottega è un pezzo di Basilicata in terra di Brasile. I muri di mattoni a vista, il pavimento in piastrelle idrauliche, i soffitti alti e gli oggetti vecchi che sono passati attraverso la famiglia e il negozio durante gli ultimi 106 anni di esistenza danno alla casa un’aria accogliente.
La merce è esposta sugli scaffali ma anche accatastata nel negozio, per mantenere il clima della bottega originale. Si trovano prodotti italiani come pasta importata, oli d’oliva, pomodori, formaggi, salumi, cioccolatini, torroni e una grande varietà di vini , oltre al famoso pane italiano. C’è, all’interno, un forno a legna dove vengono prodotti i famosi panini italiani.

“Essere un riferimento nel pane italiano richiede molto lavoro e persistenza – raccontano nel libro – Gli ingredienti sono pochi, il processo di fermentazione del pane italiano è naturale e la modellazione è totalmente artigianale. Di giorno vengono prodotti circa 6mila pani italiani, tra cui il famoso filo, rotondo, pane di chia, grano rustico, ciabatta, fili infilati tra gli altri. Siamo molto attenti anche all’ambiente:
per produrre pane utilizziamo solo legno di riforestazione nei nostri forni”.
Nicola, Vittorio e Angelo Lorenti, figli di Salvatore e Raffaela; il cugino Antônio Laurenti Neto, figli di Ciccillo e Angelina; e Orlando Laurenti, figlio di Domingos ed Emilia, raccontano i dettagli di ogni giornata lavorativa, la realizzazione dei loro prodotti, le storie di dipendenti, clienti e amici, oltre a vari aspetti della cultura del sud Italia.
La ristrutturazione avvenuta nel 2017 ha lasciato il piano terra ancora funzionante come panificio e emporio, con l’aggiunta di una caffetteria con tavolini per una pausa nel bel mezzo della giornata.

Al primo piano c’è un ristorante gestito da Rafael Lorenti, figlio di Angelo. Era il nipote curioso, sempre accanto a nonna Rafaella, pronto a rubarne i segreti e a impara a memoria le ricette che oggi appaiono nel menu. All’età di 27 anni, il curriculum di Rafael include anche una stagione di studio e miglioramento in Piemonte, in Italia, e una visita ai ristoranti Marakuthai e Ristorantino a San Paolo.