La ragazza alla finestra: a destra l’opera Muchacha en la ventana dipinta da Salvator  Dalì nel 1925, a sinistra la rivisitazione, in chiave “lucana” di Giulia Travaglio. Sullo sfondo il panorama di Muro Lucano

La fotografia per documentare. Per denunciare. Ma anche per indagare un fenomeno sociale che attanaglia i piccoli centri del territorio interno della Basilicata, lo spopolamento. Da un’idea nata passeggiando per i vicoli del proprio paese, Muro Lucano, nasce un progetto fotografico che prima è parte integrante di una tesi di laurea, poi diventa una mostra. Così Giulia Travaglio – giovane artista di 23 anni – ha realizzato “Lontano”.

Quella passeggiata, tra case vuote, porte con affissi i cartelli di “vendesi” e edifici mai ricostruiti o ristrutturati dopo il sisma del 1980, ma solo messi in sicurezza con impalcature perenni e, come lei stessa sottolinea “toppe di mattoni e cemento”, aveva messo in evidenza come il paese si fosse svuotato, come tanti compaesani avevano lasciato le loro case e se n’erano andati altrove.

“Lontano – scrive Giulia Travaglio nella sua tesi – vuole essere un progetto che, attraverso la documentazione di questi edifici abbandonati, testimoni l’entità dello spopolamento del paese. Lontano vuole far riflettere sulla gravità di questo problema sociale che sta portando alla proliferazione, in tutta la penisola, di paesi fantasma”.

Adesso Giulia si cimenta con una nuova idea, quella di far vivere, nei paesaggi delle sue fotografie, personaggi e situazioni prese a prestito dai dipinti di grandi pittori del passato.

Quando ha cominciato a pubblicarne, con successo, i primi esemplari, li ha accompagnati con una frase tratta dal film American Beauty: “È difficile rimanere arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo”. “Volevo dire che se ci guardiamo attorno, non possiamo fare a meno di vedere il bello che ci circonda e questo può aiutarci a dare al nostro quotidiano un senso positivo, utile al momento che stiamo vivendo”, sottolinea Giulia.

Come arriva alla tesi di laurea “Lontano”?

Mi sono diplomata al liceo scientifico Enrico Fermi di Muro Lucano, poi ho iniziato una triennale al Politecnico di Torino, seguendo il corso di Design e comunicazione visiva. Ho scelto il percorso di Grafica e mi sono laureata nel dicembre del 2019, proprio con quella tesi.  Ho appena finito di frequentare il corso di comunicazione digitale allo Ied. Sempre a Torino”.

E la passione per la fotografia quando “scatta”?

È nata mentre andavo a scuola ancora alle superiori a Muro Lucano, ispirata dagli scorci del mio paese, di cui volevo mostrare gli angoli meno noti. Mi piace fotografare i paesaggi, i panorami, gli scorci urbani più che ritrarre volti e persone.

La sua prima mostra fotografica è stata proprio “Lontano”, parte integrante della sua tesi.

La mostra è stata il momento conclusivo del progetto che ho portato come tesi di laurea. Volevo raccontare lo spopolamento dei paesi lucani e l’ho fatto attraverso la fotografia. Ho preso ad esempio il mio paese, Muro Lucano. Ma nella mia terra ce ne sono tanti altri che hanno questo problema.

Lontano, perché? Cosa intendeva dire?

Quel titolo sottolinea l’assenza dei paesani, della gente del posto che si allontana dalle proprie origini per andare altrove.

Lo spopolamento da combattere con gli scatti fotografici.

Ho sempre avuto una predilezione per la fotografia dell’abbandono, per gli scatti di edifici abbandonati, per i borghi fantasma. Per la mia tesi ho preso in esame la situazione di Muro Lucano, ma ce ne sono altri, in Campania, ad esempio, come Conza della Campania o Romagnano al Monte, nel Salernitano che, dopo il terremoto del 23 novembre 1980 sono stati svuotati, abbandonati e ricostruiti altrove.

Archiviata la mostra Lontano, adesso si sta cimentando con un altro esperimento grafico che chiama in causa l’arte.

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Sono dei collages che sono nati semplicemente per passatempo. Ho notato, guardando le mie fotografie, che ci sono angoli dei paesi che ho immortalato e che sembrano le scenografie ideali di situazione o di personaggi ritratti da grandi pittori. Con la tecnica del collage, avevo cominciato a farne alcuni all’inizio dell’anno. Poi con il lockdown della scorsa primavera, ne ho realizzati altri. Quando li ho pubblicati sui miei canali social, ho capito che alla gente piacevano. Ho avuto molte dimostrazioni positive, commenti piacevoli. Ed ho continuato a proporne altri.

Parliamo del suo futuro: anche lei lo vede … Lontano dalle sue origini?

Anche se in questo momento mi trovo a Muro Lucano, ho sempre la mia casa a Torino, dove sto studiando. Ma dove mi dedico anche ad alcune opere di volontariato. Ho iniziato a inviare il mio curriculum in giro, nella speranza di poter realizzare il mio sogno.

Quale?

Mi vedo come grafico, ovviamente, nel settore editoriale. Meglio se una casa editrice. Ecco, trovo difficile che la mia regione possa darmi queste prospettive….

E la fotografia?

Resterà la mia passione, per sempre.

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