Lo storico è un profeta
che guarda all’indietro
(F. Schiller)
La storia era una sua passione fin dai tempi della scuola. All’Università. Merito, come accade spesso, di un docente, Andrea Riccardi, e delle sue lezioni di Storia di partiti e movimenti, all’Ateneo di Bari. E’ lì che è scoccata la scintilla per Michele Strazza, avvocato, giurista, funzionario alla Regione Basilicata ma, soprattutto, appassionato e studioso della storia contemporanea. Della sua regione, la Basilicata, ma anche del resto del mondo.
Perché è di questo che poi, da docente, si occupa: ha tenuto corsi di “Istituzioni giuridiche e politiche contemporanee” all’Università della Basilicata; ora insegna diritto dell’Unione europea al corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale presso la Scuola Superiore in Mediazione linguistica della Basilicata.
E il diritto è il suo pane quotidiano nel lavoro all’interno del Consiglio Regionale. Facce della stessa medaglia, tre aspetti e un solo filo conduttore, la passione per la storia. Tanto da diventare un vero punto di riferimento in ambito nazionale per alcuni temi che riguardano il fascismo in Basilicata, le questioni di genere, la condizione della donna.
Sono diverse le sue pubblicazioni su questi argomenti, molte sono facilmente reperibili anche in rete. Ricordiamo i suoi ultimi libri: “Giochi spezzati. I bambini slavi nei campi di concentramento italiani” (Ebk edizioni) e “Le colpe nascoste. I crimini di guerra italiani in Africa”(edizioni Saecula), “All’ombra del Duce. Lotte di potere nella Lucania fascista” (Edizioni Calice).
Dottor Strazza, come nasce la sua passione per la storia contemporanea?
Ho fatto studi giuridici ma durante l’Università, a Bari, mi sono occupato e appassionato di studi storici, frequentando le lezioni di Andrea Riccardi. Dopo la laurea per sette anni ho fatto l’avvocato e non ho potuto, per ragioni di tempo, continuare a coltivare questa passione. Da venti anni lavoro all’interno del consiglio regionale della Regione Basilicata, nell’ufficio legislativo. Stando a Potenza ho ripreso i contatti con vari colleghi che, nel frattempo, sono diventati professori all’Università e quindi sono ritornato in ambito accademico a fare delle ricerche.
Avvocato, docente universitario, funzionario alla Regione e studioso di storia: tanti aspetti lavorativi, un solo filo logico?
Il mio lavoro è quello di avvocato ed esperto in legislazione all’interno della Regione. Sono docente al corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici della Basilicata, dove insegno diritto dell’Unione Europea. Sono uno dei pochi lucani a far parte, come membro, dell’associazione italiana dei Giuristi europei. E come appassionato mi occupo, da ricercatore, di storia contemporanea. Le due attività sono collegate tra loro perché ad entrambe do un’impostazione da storico del diritto. Le lezioni di diritto europeo, ad esempio, vertono sulla Storia dell’Unione Europea.
Da storico sono molte le ricerche che ha effettuato nel passato recente della Basilicata. Ad esempio trattando il tema dell’emigrazione nel periodo del Fascismo.
Mi occupo di storia contemporanea in genere. La questione dell’emigrazione l’ho trattata in un libro di alcuni anni fa, Emigrazione e fascismo in Basilicata. Gli emigrati lucani negli Stati Uniti e l’appoggio al fascismo, pubblicato con Tarsia Editore di Melfi. Nei miei studi mi occupo molto del Fascismo in Basilicata, ma faccio anche ricerche di carattere più internazionale. Molte riguardano la violenza di genere, la questione femminile. Alcuni anni fa ho pubblicato un testo in collaborazione con la Commissione Regionale pari opportunità che si intitola Senza via di scampo. Probabilmente è uno dei pochi testi che esistono in circolazione e che fanno un’analisi del sistema degli stupri tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Ed è un testo che si trova facilmente in rete, scaricabile gratuitamente. Lo scorso anno ho pubblicato un saggio sulla rivista Humanities dell’università di Messina che riguarda la Fenomenologia dello stupro durante tutte le guerre dalla Prima guerra mondiale fino ai giorni nostri. Esamino episodi che si sono verificati in Bosnia, in Ruanda, in altri Paesi.
I suoi lavori sono presenti in diverse prestigiose biblioteche di istituzioni universitarie straniere.
Di molti dei miei saggi si sono dotati la biblioteca della Oxford Law University, di Cambridge e anche la biblioteca del Congresso di Washington. Sono 8stituzioni che si occupano di diritti umani. Miei testi si trovano anche alla Columbia University, alla Stanford University, a Yale e Harvard. Le istituzioni accademiche anglosassoni stanno acquisendo molti dei miei lavori. La struttura di queste Università è molto diversa delle nostre: conta quel che si scrive e non chi le scrive, come accade spesso altrove.
Conta il fatto che lei abbia approfondito tematiche riguardo ai diritti umani durante e dopo i conflitti.
Altri due miei lavori sono presenti in moltissime università olandesi, canadesi, della Gran Bretagna. Uno è Le colpe nascoste e riguarda la colonizzazione italiana in Libia e in Etiopia, trattata dal punto di vista delle violazioni dei diritti dell’uomo. L’altro, Giochi spezzati, è la storia dei bambini che durante la Seconda Guerra Mondiale sono stati detenuti nei campi di concentramento italiani nei Balcani e anche in territorio italiano.
Ha trattato il tema dell’emigrazione, quella che ha spopolato la Basilicata all’inizio del secolo scorso, in relazione con il Fascismo.
Ho scritto un testo che si chiama Emigrazione e fascismo in Basilicata, è di alcuni anni fa. L’ho pubblicato con una piccola casa editrice del Melfese, la Tarsia. Oggi non esiste più, ha cessato l’attività dopo la morte del proprietario. Ma all’epoca le sue pubblicazioni riguardavano spesso l’attività dell’Associazione di Cultura popolare Ulna. Questo testo ha avuto una sua importante perche ha ottenuto un importante riconoscimento: il premio internazionale Ucsa per la saggistica storica. Parla del rapporto tra Fascismo e emigrazione nella nostra regione. Ricollegandomi agli studi che aveva iniziato a fare il compianto senatore Nino Calice sono arrivato alla conclusione che alcuni grossi esponenti dell’emigrazione Lucana negli Stati Uniti ma soprattutto nello stato di New York avevano dato un contributo importante, non al Fascismo come filosofia politica, ma alla impostazione che diede Mussolini alla presenza italiana in America. Soprattutto nella prima fase, fino all’invasione dell’Etiopia, gli emigrati italiani negli Usa nutrivano, infatti, molta simpatia per il Duce. Per quanto riguarda gli emigrati lucani, molti notabili della comunità lucana nutrivano simpatia per il fascismo e si prodigarono per sostenere importanti istituzioni culturali d’Oltreoceano come la Casa di Cultura Italiana. Appoggiarono inoltre diverse associazioni vicine al fascismo ed ebbero un ruolo importante nel sostenere istituzioni accademiche americane come la Columbia University Naturalmente. Chi vuole può approfondire il tema leggendo il mio testo.
Adesso quali studi sta portando avanti?
Il tema è sempre quello del rapporto dei diritti umani a livello internazionale. Invece per quanto riguarda gli studi più territoriali, sulla Basilicata sto approfondendo sempre le questioni del periodo Fascista. Uno degli ultimi testi che ho pubblicato, con la casa editrice Calice, riguarda l’analisi del Movimento fascista in Basilicata dal punto di vita interno. Nella nostra regione il Fascismo non fu mai un monolite vero e proprio ma aveva in sé delle fazioni. Ho cercato di analizzare quelle che erano le divisioni interne, vere e proprie correnti politiche che hanno dato vita a lotte tra esponenti del notabilato locale, tra i gerarchi. E’ un’analisi un po’ diversa dal punto di vista storico di un movimento politico.