Le matite ha cominciato a maneggiarle prestissimo. Forse non andava neppure a scuola. E da allora non ha smesso mai, fino a che quella sua passione si è trasformata in un mestiere. Valeria Turco, pittrice per professione, quei disegni di quand’era bambina li ha ancora. “Li conservo gelosamente. Disegnavo sempre. Ho sempre disegnato”

Valeria è giovanissima. Ha 31 anni e vive a Paterno, un piccolo paese in provincia di Potenza. Nella Val d’Agri. Un angolo di Basilicata del quale è innamorata e dal quale riceve continue ispirazioni artistiche. Anche se, al centro della sua arte c’è soprattutto la donna.  Tanti i ritratti. Tanti anche i nudi, che con un po’ di pudore, non pubblicizza volentieri.

Ma, soprattutto, le sue opere hanno una caratteristica, che è quasi una filosofia della sua arte: hanno sempre l’occhio in primo piano. E, anche quando non è così, è dall’occhio che Valeria, inizia a realizzarle-

“Non c’è un motivo ben preciso – spiega l’artista lucana – ma m’ispira. E’ la parte che più di altre amo disegnare e dipingere. Mi sembra, partendo dall’occhio, di avere una visione particolare dell’insieme”.

Soprattutto l’occhio femminile…

Guardi, se non su commissione, credo di non aver mai disegnato un ritratto maschile. Mi piace ritrarre le donne, il loro mondo. E’ un po’ come mettere un accento sui diritti di noi donne, che dobbiamo tenere sempre in primo piano, senza mai abbassare la guardia. Delle donne dipingo i volti, ma anche i corpi nudi. Solo che quelli li conservo gelosamente, non ne ho mai pubblicato uno sulle pagine social attraverso le quali cerco di divulgare i miei lavori.

Lei si definisce un’autodidatta.

Si, non ho fatto scuole specifiche. Ho sempre disegnato. Da quand’ero bambina. Ho smesso per poco tempo. Ma era e rimane sempre la cosa che desidero più di altre. Così  otto anni fa, ho deciso di dedicarmici con maggiore impegno. Ho cominciato a studiare da sola, a informarmi, a fare tanta, tantissima pratica, fino a capire che poteva diventare un mestiere, con il quale vivere. E poi ho seguito un’idea che è un perno della mia esistenza: non aver mai paura di dare vita ai miei sogni. Crederli e inseguirli per realizzarli, ci farà comunque arrivare a un traguardo. Ecco, questo è un consiglio che mi sento di dare a quanti vogliono intraprendere strade nuove, personali, insolite.

Tutto vero. Anche stando in Basilicata?

Beh, è un po’ più difficile che altrove, perché qui non c’è grande interesse per l’arte. Non ci sono neppure le opportunità: non si fanno mostre, ad esempio. Se ho esposto le mie opere è stato solo a qualche evento di paese, roba piccola. Per fare mostre mmi sono dovuta spostare, andare al Nord.

Però, ha detto, che ci si vive.

Faccio molti ritratti. Lavori su commissione.

Molta pratica, tantissima. Mi è servito per arrivare dove sono adesso.

Chi sono i suoi punti di riferimento nell’arte?

A me piace molto il surrealismo, la corrente. Mi ispira tantissimo Dalì, seguo quella corrente anche se adesso sto sperimentando altro. Nuove cose, dipingo molti paesaggi, soprattutto quelli della mia terra, che mi circondano. Dipingo quel che vedo intorno a me. Cerco di valorizzare le origini, la Basilicata. Mi piace sperimentare.

Non le è mai venuta la voglia di andar via per mettersi alla prova altrove?

Mi muovo spesso, ma confesso che non ho mai pensato di andare a vivere in una città: i paesaggi che vedo da quando sono nata mi ispirano tantissimo. E poi la tranquillità che offre questo territorio non si trova in nessun’altra parte.  Sono molto legata alla mia terra, forse come la maggior parte di noi.

I suoi ritratti sembrano scatti fotografici: è iperrealismo.

No, non sono ancora arrivato a tanto. Credo di dover percorrere ancora molta strada. Direi che il mio è soltanto… realismo

 

 

 

 

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