I borghi abbandonati della Basilicata, insieme a una serie di luoghi nascosti del Lazio, sono lo sfondo di “Lumina”, il film indipendente e low budget del giovane regista Samuele Sestieri, prodotto dalla neonata Studio Ma.Ga.
Questa piccola realtà produttiva, costituita da un team di under 30 provenienti da diverse regioni italiane, è stata fondata dall’autore nel 2019 a Matera, proprio nell’anno in cui la città è stata Capitale Europea della Cultura.

«”Lumina” è nato da un viaggio nel 2019 a Matera, dove in un clima di fermento culturale ho conosciuto persone, luoghi e storie che poi sono diventate il materiale prezioso per scrivere il film» – spiega Sestieri, che affascinato dai sopralluoghi condotti in Basilicata, ha scelto i paesaggi desertici e le rovine di alcuni borghi lucani per girarvi una storia d’amore ambientata in un mondo dove degli uomini rimangono soltanto le tracce.
Attraverso le ambientazioni più apocalittiche e suggestive del territorio lucano (Santa Maria D’Irsi, Borgo Taccone, la Bradanica, l’area delle cave di Matera) si snoda il racconto del film che prova a restituire una Basilicata inedita, lontano dai luoghi più legati alle grandi produzioni cinematografiche.
Prodotto in associazione con la produzione cinematografica “Il Varco” di Andrea Gatopoulos e Marco Crispano e con Mario Cattaneo, il film è stato finanziato anche grazie a contributi di privati che hanno creduto nel progetto.
“Lumina” ha ricevuto il patrocinio morale del Comune di Matera e della Fondazione Matera Basilicata 2019, nonché la collaborazione dei Comuni di Irsina, Aliano, Tursi, Pisticci.
“Lumina” sarà presentato in anteprima mondiale all’ International Film Festival di Rotterdam, in programma dal 2 al 6 giugno, come unico film italiano della sezione “bright future” dedicata ai talenti emergenti più promettenti della scena cinematografica europea.
“Lumina per me ha sempre rappresentato una fiaba moderna sull’amore e
sulle immagini – racconta il regista del film Samuele Sestieri – Inizia come un documentario di fantascienza per trasformarsi in un racconto di formazione molto intimo e personale. Alla
base del film c’è la fede in un cinema povero e fieramente low budget che utilizza i fantasmi architettonici del nostro paese per inscenare il peso della perdita, dell’assenza e del vuoto.
La protagonista tocca gli oggetti come fossero riattivatori di memoria, unici custodi di un passato dimenticato: ogni inquadratura vuole essere un atto d’amore nei suoi confronti, un tentativo di poter ricostruire il sentimento a partire da questi occhi che vedono per la prima volta. Lei è la fonte di energia che riporta luce a un mondo di rovine”.
La trama. Una donna misteriosa si risveglia su una spiaggia deserta. Vaga tra ruderi
e macerie, percependo la memoria degli oggetti. Come una fonte di
energia è in grado di riattivare dispositivi tecnologici spenti da tempo.
In una città fantasma la donna accede all’archivio digitale dello smartphone
appartenuto ad un ragazzo chiamato Leonardo. Apprende così il linguaggio
delle immagini e dei suoni e, attraverso i video della relazione fra Leonardo
e la sua fidanzata, conosce l’amore.
Il trailer https://www.youtube.com/watch?v=VMTaefsnJwY&t=2s