La patente di pittore gliela dette il padre, nel giorno della sua laurea in giurisprudenza, quando gli regalò i biglietti da visita con sopra scritto: “Dottor Pino Oliva, pittore”. Fu un riconoscimento e allo stesso tempo la conferma che la sua ostinata decisione di restare a Matera, anziché andar a cercare fortuna altrove, come tanti dei suoi amici, era giusta.
Pino Oliva oggi è un artista conosciuto in tutto il mondo: vanta una settantina di mostre, fatte in ogni angolo del pianeta. I suoi quadri sono richiestissimi in Italia e anche all’estero. A Parigi, ad esempio. La sua vetrina virtuale, sui social, è presa d’assalto da migliaia di follower.
“Eppure – dice Pino Oliva – io nasco disegnatore di fumetti: ne ho pubblicati cinque, i miei disegni sono stati ospitati dalle più prestigiose pubblicazioni del settore. Ancora non ho capito se sono un fumettista prestato alla pittura, oppure sono un pittore in prestito al fumetto”.
I suoi fumetti parlano del territorio e sono anche autobiografici.
Alcuni sì. E’ un espediente per raccontare la vita che si faceva all’epoca, come si svolgeva nei quartieri popolari. Ho pubblicato quattro grafic novel: Cronache materane degli anni 70, Tutto succederà, cronache materane degli anni 80; Telline, cronache Metapontine degli anni 70; Matera, XXI settembre 1943.Quest’ultima l’ho realizzata in collaborazione con un amico studioso di storia. Parla di un eccidio nazista avvenuto in città. Matera è stata la prima città del Sud Italia a insorgere contro il nazismo. Ancor prima di Napoli. Il mio amico studioso di storia è riuscito ad avere dei documenti importanti che raccontano aspetti di questa storia scura, di morte. Documenti che appartenevano ai servizi segreti inglesi e che sono stati desecretati. Ecco perché questa storia è stata a lungo nascosta.
Ma veniamo alla pittura: una sua mostra “Le realtà sospese” sarà ospitata dal 22 ottobre al 15 novembre negli spazi del Bastione Madonna della Fortezza Medicea di Siena: cosa racconterà con i suoi dipinti?
Intanto voglio sottolineare che la mostra di Siena viene realizzata grazie alla tenacia di Giuseppe Giordano e Rocco Lerose. Mi avevano invitato a Siena già due anni fa, poi il lockdown ha bloccato tutto. Ma, appena le maglie si sono allentate, sono tornati alla carica. Ed ecco qui. Il curatore della mostra è lo storico Massimo Guastella, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università del Salento che aveva curato nel 2019 anche una mostra che ho fatto con un artista internazionale, Silvio Cadelo. Non nego che preparare questa mostra sia stato molto impegnativo, un po’ per il tempo ristretto, un po’ perché mi ha costretto a diradare la mia attenzione verso l’aspetto più venale del mio mestiere, la vendita dei quadri. E poi, proprio poche settimane fa, sono andati via dal mio laboratorio, quattro tele: a Londra, a Milano, a Padova e a Roma. Ed ho dovuto affrettare i tempi per sostituirle con altrettante da portare a Siena.
I suoi quadri sono venduti in tutto il mondo.
Sì, è così. Lo devo anche al mio gallerista, Enrico Filippucci, titolare della Galleria Opere Arte e Arti di Matera.
Torniamo al titolo della mostra di Siena: quali sono le realtà sospese che racconta con le sue tele?
Sono un appassionato di fisica teorica. Leggo, mi documento. Le realtà sospese nascono perché le mie figure, i miei racconti sono calati in una realtà diversa, parallela, in cui la fisica che conosciamo non esiste. Le ombre, le luci, le prospettive sono cambiate. Non esiste la fisica e non esiste il tempo: presente, passato e futuro sono la stessa cosa, tutto vive in un attimo, certi tramonti sono albe e la gravità non ha alcuna influenza nella vita.
Esiste un prima e dopo 2019 a Matera? L’anno della capitale europea della cultura ha lasciato il segno?
Matera è sempre più piena di turisti. In ogni periodo. Matera è richiestissima: è la diciannovesima meta al mondo più desiderata, prima in Italia e seconda in Europa. Questo significa che si moltiplicano le possibilità di incontri, che nella galleria dove si trovano le mie opere entra chiunque. In questi anni i miei quadri sono stati visti da persone che sarebbe impensabile coinvolgere anche in grandi città. E questo è merito di quel che è avvenuto nel 2019.
I suoi fumetti parlano del territorio. Ma anche nei quadri troviamo Matera?
Certo. Credo che ognuno debba dipingere ciò che guarda. Dipingo Matera, i Sassi. Lo faccio in modo prospettico, colorato. Dipingo le marine, le coste. Scanzano, Metaponto, Policoro. Cerco di essere vero. E per esserlo bisogna dipingere ciò che ci circonda
I colori sono un aspetto fondamentale della sua pittura.
Le confesso una cosa: io vesto sempre di scuro. O nero o blu, con buona pace di mia moglie. I colori li metto tutti sulle tele. Sono simbolo di vita, di felicità. Mi fanno stare bene. Ma badi bene; ogni colore è studiato, niente è per caso perché altrimenti non sarebbero equilibrati. Le svelo un segreto: i miei quadri hanno, sotto, un loro negativo. Per ottenere i colori che desidero,sotto ce n’è uno “fratello”: questo mi permette di ottenere tinte risplendenti o opache. Ogni tanto qualcuno mi chiede che tipo di colori utilizzo. Ma non è una questione di qualità dei colori. Io ne uso di medio alti. E’ che arrivo al risultato che voglio solo con questo sistema.
Un’ultima domanda: perché ha deciso di restare a Matera e non tentare, come tanti suoi coetanei, la fortuna altrove?
Quando decisi di intraprendere la strada della pittura, mio padre e mia madre erano molto preoccupati per il mio futuro. Li tranquillizzai, dicendo loro che mi sarei laureato. Mio padre voleva questo fortemente per me. Ma poi, fu proprio lui a darmi il lasciapassare più importante. Il giorno della laurea mi regalò i classici biglietti da visita. C’era scritto: “Dottor Pino Oliva, pittore”. Ho sempre pensato che andarmene fosse una sconfitta. Molti miei amici hanno fatto quella scelta. Ma adesso penso di aver vinto io la mia scommessa. E poi, quando sono arrivati i social, questo problema è sparito: la mia pagina su Instagram, che io uso per pubblicizzare le mie opere, ha migliaia di persone che la seguono. Ed è una vetrina che si apre, in un attimo, in tutto il mondo. E ti fa sentire, in tutto il mondo.