“Ogni volta che compio una impresa o faccio qualcosa che mi riempie di gioia, penso sempre ai partigiani che sono morti perché oggi io possa fare queste cose”.
Giovanni Bloisi è il ciclista della memoria. O, come ama definirsi lui stesso, un partigiano dei giorni nostri, che viaggia pedalando da un luogo all’altro della memoria: i campi di concentramento, i luoghi degli eccidi nazifascisti.
A lui la rubrica “Sorgente di vita” di Rai2, trasmissione che si occupa di storie e di cultura ebraica in Italia e nel Mondo, ha dedicato una lunga intervista in occasione di un evento al quale Giovanni ha partecipato, sul colle di Lys, teatro di una strage che i tedeschi compirono contro una brigata partigiana che agiva in quell’area della provincia di Torino, all’inizio di luglio del 1944. Era una delle tappe del viaggio che ha organizzato, a giugno del 2021, da piazzale Loreto al Colle di Lys.
Di Giovanni Bloisi “StorieOggi.it” s’è occupato nel passato proprio per i suoi viaggi (l’intervista dal titolo In bici per migliaia di chilometri, così Giovanni Bloisi tiene accesa la memoria): dal Museo dell’Olocausto in Israele ad Auschwitz, dalla Germania alla Russia, grazie alla sua preparazione da alpinista, Giovanni Bloisi, solitario e instancabile, ha legato questi ideali luoghi del dolore, con i pedali della sua bicicletta e con il messaggio di pace di cui si fa, da anni, portatore.
Nato a Carbone, paese dell’area del Pollino, in provincia di Potenza, in Basilicata, vive a Varese da sempre. “Sono ritornato al mio paese di origine dopo 37 anni ripercorrendo la dorsale appenninica, toccando i luoghi che erano stati segnati da tutti i tipi di migrazione. E’ durante quel viaggio che ho deciso di iniziare ad andare per campi di concentramento, per capire di persona cosa è successo in quei luoghi.
Frenato dalla pandemia, Giovanni Bloisi non ha rinunciato ai suoi progetti. Li ha solo ritardati e, probabilmente un po’ ridotti, nell’estate che ci siamo lasciati alle spalle. Ma sta pensando – e organizzando – già il prossimo viaggio. Probabilmente a fine della prossima estate, quella del 2022. Sarà un viaggio nei luoghi dove i partigiani italiani hanno perso la vita. I luoghi degli eccidi, delle stragi nazifasciste. I luoghi dove è nata la nostra Costituzione.
“Non sono viaggi turistici – sottolinea Giovanni – e confesso che quando ho deciso di dedicare uno di questi viaggi ai campi di sterminio nazisti, porto ancora dentro la sensazione che ho avuto la prima volta che sono arrivato a Mauthausen. Era l’alba, quello era il primo campo di concentramento che visitavo. Mi sono trovato davanti alle baracche, nel silenzio più totale. Quando i miei occhi hanno incontrato la scritta “crematorium” su uno degli edifici, ho avvertito come un colpo allo stomaco. Come se mi avessero sferrato un pugno violento.
Appassionato di alpinismo, Giovanni Bloisi trova la forza di andare avanti proprio grazie alla filosofia di chi fa scalate. “Finché avrò forza andrò avanti. Nei momenti difficili prendo a prestito un detto degli scalatori: pedala Giovanni, mi dico, dietro la curva ci sarà di sicuro il sole”.