A pedali, dentro la storia del Novecento: da Auschwitz allo Yad Vashem, il memoriale della Shoa  di Gerusalemme, dai “Campi del Duce”, i luoghi di internamento ebraico e politico italiani, ai tanti teatri di stragi e rappresaglie. Giovanni Bloisi, il ciclista della memoria, è pronto per affrontare il suo nuovo e personale “Giro d’Italia”, con la sua inseparabile bicicletta. Dal 2 al 27 maggio, ha preparato un tragitto che partirà dalla Loggia dei Mercanti a Milano, dove sarà presente anche una rappresentanza dell’amministrazione comunale fino a Trieste, tappa conclusiva, dopo aver toccato tutte le regioni deln Nord Est della nostra Penisola:Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ogni tappa avrà un luogo della memoria, per onorare quel che diceva Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati”. Già perché Giovanni Bloisi, nato a Carbone, in Basilicata, lo stesso paese in cui è nato il giudice , partigiano e martire della Resistenza Nicola Panevino, ma residente da sempre a Varano Borghi, in provincia di Varese, i luoghi e i valori della memoria, poi li racconta ai ragazzi, nelle scuole.

 

Dal 2017, questo suo straordinario percorso si è aperto alla divulgazione, diven-tando un forte messaggio valoriale sostenuto dall’ANPI, associazione di cui Bloisi è membro attivo, Presidente della sezione di Varano Borghi, da lui e da altri suoi concit-tadini recentemente costituita.

Giovanni viaggia armato soltanto di bicicletta, tenda, sacco a pelo, fornello e Bandiera della Pace.

I principali viaggi più recenti lo hanno visto dunque, dapprima nel 2017, attraversare l’Italia per poi imbarcarsi e raggiungere Yad Vashem (Memoriale della Shoah in Israele), facendo tappa nei luoghi della Resistenza, dell’internamento ebraico e politico (i cosid-detti “Campi del Duce”) e dell’accoglienza, nel dopoguerra, agli ebrei europei sopravvis-suti ai Lager e scampati alla Shoah (Campi-profughi da cui gli accolti partirono principalmente per la Palestina mandataria, dove nel 1948 nascerà lo Stato di Israele. Queste partenze erano clandestine, dato che gli Inglesi avevano chiuso loro le porte). Viaggio, questo, finalizzato alla diffusione della memoria di “Sciesopoli ebraica” di Selvino (BG) – luogo che accolse e riportò alla vita 800 bambini ebrei passati dai Lager nazisti – e alla sua salvaguardia come Museo-Memoriale. Poi, nel 2019, da Padova a Monopoli sulle strade della Resistenza e dell’organizzazione dell’Aliyah Bet (la già citata emigrazione e-braica clandestina verso la Palestina) del Capitano Enrico Levi (a primavera) e in Russia (in estate), lungo il Don, a ripercorrere il drammatico tracciato di guerra dell’ARMIR. Tutti e tre i viaggi sotto l’egida dell’ANPI e sempre con altissimi patrocini.

 

Giovanni Bloisi, qualche anno fa, ha progettato un nuovo percorso della Memoria, destinato a onorare le migliaia di vittime delle molte stragi nazifasciste (eccidi di civili, dai piccoli numeri a intere comunità, e rappresaglie antipartigiane), che insanguinarono la parte occupata della Penisola. Il percorso è stato distribuito su più viaggi, partendo da quelli nel Nord-Ovest (prima tratta 2021 e seconda tratta 2022) e nel Nord-Est (2023). 2021: Lombardia, Valle D’Aosta, Piemonte Partenza il 25 giugno da Milano, Traguardo il 5 luglio al Colle del Lys (TO) + Percorso Meina-Intra (22 settembre) 2022: Piemonte e Liguria + una tappa in Prov. di Massa Carrara Partenza il 4 maggio da Torino, Traguardo il 16 maggio a La Spezia.

Ecco le tappe e le motivazioni del percorso di quest’anno.

MILANO (Piazza Mercanti, Lapidi ai Partigiani – Luogo-simbolo Resistenza);

BERGAMO (Caserma Montelungo, deporta-zione);

LOVERE (13 Martiri di Lovere, eccidio 22 dicembre 1943);

DARFO (LOC. DI DARFO BOARIO TERME) (Cimitero di Darfo: monumento a Teresio Olivelli);

CIVIDATE CAMUNO (Culla delle Fiamme Verdi. – Chiesetta Madonna del Ribelle); BIENNO (Lapide a ricordo di Luigi Ercoli, uno dei fondatori delle Fiamme Verdi, morto a Mauthausen);

BRENO (Monu-mento Resistenza Valcamonica e Casa di Guglielmo Ghislandi, patriota, primo sindaco socialista nel dopoguerra a Bre-scia);

EDOLO (Monumento ai Cinque Martiri delle Fiamme Verdi, fucilati l’11 aprile 1945);

SANTÌCOLO (FRAZ. DI CÒR-TENO GOLGI) (Ricordo di Antonio Schivardi, Medaglia d’Oro, caduto in combattimento. Successivo incendio della sua abitazione e corpo gettato fra le fiamme);

CÒRTENO (Piazza Giovanni Venturini, Medaglia d’Oro, uno dei Cinque Mar-tiri delle Fiamme Verdi, fucilati l’11 aprile 1945);

APRÌCA (Tappa al monumento – Memoria delle Fiamme Verdi, parti-giani cattolici. – Memoria degli “Zagàbri”, come venivano chiamati i circa 300 ebrei internati dal 1941 al 1943 ad Apri-ca, che provenivano dalla Jugoslavia. Il 10-11 settembre 1943 riuscirono in gran parte a fuggire e a raggiungere la Sviz-zera per mettersi in salvo dalla deportazione);

PASSO MORTIROLO (MONNO – BS) (Sosta alle lapidi + Ricordo delle due più grandi battaglie campali resistenziali in Italia);

SÒNICO (Bombardamento alleato sulla Polveriera, 28 marzo 45);

ZAZZA (FRAZ. DI MALONNO) (20 maggio 1944, assassinio di Don Picelli – Nominato cappellano della frazione Zazza di Malonno verso la fine del 1943, Don Giovanni Battista Picelli è da subito un attivo sostenitore delle formazioni parti-giane Fiamme Verdi della Media e Alta Valcamonica. Il 20 maggio 1944 alcuni fascisti della Banda Marta lo avvicinano spacciandosi per partigiani. Caduto nell’inganno, Don Picelli tenta in un primo momento la fuga, ma desiste quando la madre e la sorella vengono fatte oggetto di minacce. Arresosi ai fascisti, viene catturato e condotto verso Cevo, salvo però essere ucciso dopo aver percorso soltanto pochi passi. Il suo cadavere rimane senza sepoltura fino al giorno suc-cessivo;

CORNETO (LOC. DI RODENGO SAIANO – BS) (27.04.1945, vittime 10 partigiani, strage nazista particolarmente efferata);

MARCHÈNO e BROZZO (FRAZ. DI MARCHÈNO) (Memoria dei caduti nella Battaglia del Sonclino e dei super-stiti fatti prigionieri, vittime di eccidi successivi, a Marcheno e a Brozzo);

BÒVEGNO (15-16 agosto 1955 – Strage nazifa-scista perpetrata contro la popolazione civile. Molte case distrutte e uccisione di 15 cittadini. Incendi e saccheggi + Memoria Strage di Bagolino, 6.4.1944, vittime 11 [8 partigiani, 2 civili, 1 disertore tedesco], strage nazifascista partico-larmente efferata);

BARBAÌNE / LIVEMMO (Visita Sacrario Fiamme Verdi);

SALÒ (Memoria di Salò come sede della RSI e della violenza nazifascista sul territorio comunale / Memoria Resistenza Salò + Memoria dei fatti del 5 marzo 1945, a Provaglio Val Sabbia).

TRENTINO ALTO ADIGE

RIVA DEL GARDA (28 giugno 1944 – 11 partigiani cattolici delle Fiamme Verdi, comandati dal Ten. della “Julia” Giasone Franchetti, sono catturati dalle SS. Subiscono le torture più atroci e quindi vengono tutti fucilati);

TRENTO (Memoria eccidio 2 maggio 1945 e di altri episodi. – Memoria della Resistenza nella città Medaglia d’Oro);

BOLZANO (Memoria del Campo di transito + La “Battaglia di Bolzano”, 3 maggio 1945, Responsabili: Wermacht, Vittime: 41);

PERGINE VAL-SUGANA (Memoria del Manicomio, coinvolto nell’Aktion T4, e dove morì Ida Dalser, donna che aveva avuto un’intensa relazione e un figlio con Mussolini, da lui lì rinchiusa per evitare scandali. Il figlio, Benito Albino, fu rinchiuso e morì a sua volta in una struttura psichiatrica, a Mombello di Limbiate);

VATTARO (4 Maggio 1945 – Eccidio di 7 partigiani da parte delle SS – Sosta alla lapide).

VENETO

ASIAGO (Comune Medaglia d’Argento Resistenza – Ricordo di Mario Rigoni Stern – Ricordo dei “Piccoli Maestri”);

PE-DESCALA (FRAZ. DI VALDASTICO) (Memoria dell’eccidio di Pedescala, Forni e Settecà, 30 aprile – 2 maggio 1945, 82 vittime); ARSIERO (16 agosto 1944, 3 vittime; 27 aprile 1945, 6 vittime);

MORTISA (FRAZ. DI LUGO DI VICENZA) (7 set-tembre 1944, memoria dell’eccidio di Bocchetta Granezza e di altri avvenuti nel territorio comunale); SCHIO (Memoria di vari eccidi nella città e nel territorio comunale);

RECOARO TERME (Memoria della violenza nazifascista sul territorio comunale, in particolare dell’eccidio dell’11 giugno 1944: in rappresaglia ad azioni partigiane effettuate sulle monta-gne vicine, un reparto tedesco uccide a raffiche 17 uomini, nella contrada di Borga, località della frazione di Fongara. La contrada viene incendiata. – Memoria di Recoaro Terme come sede, dall’autunno del ’44 alla primavera del ’45, del Comando Superiore Sud-Ovest della Wehrmacht e del Comando del Gruppo d’Armate C, sotto la guida di Albert Kes-selring);

MONTE DI MALO (VI) (Memoria eccidio 1 dicembre 1944);

MARANO VICENTINO (VI) (Memoria dei vari eccidi e torture compiuti dal 263° Battaglione Orientale, reparto tedesco composto da ucraini);

MASON VICENTINO (VI) (Cip-po ai Martiri di Maragnole fraz. di Breganze);

MAROSTICA (VI) (Memoria dell’eccidio del 10 gennaio 1944 – 14 gennaio 1944, e di quello del 29 aprile 1945 avvenuto in Località San Floriano, e di altri avvenuti nel territorio comunale);

BAS-SANO DEL GRAPPA (26 settembre 1944, Bassano del Grappa: 31 giovani partigiani catturati in seguito a un rastrella-mento sul Grappa e sugli altri monti vicini [Operazione Piave], furono impiccati lungo un viale della cittadina. Nell’Operazione Piave furono sterminati oltre 400 antifascisti e ne vennero deportati altri 500);

CASTELLO DI GÒDEGO (29 aprile 1945: Castello di Godego – Vittime 80 Responsabili SS);

VICENZA (Memoria degli eccidi di Ponte dei Marmi – 14 novembre 1944, di Campedello – 8 aprile 1945 + eccidi del 28 aprile 1945: in località Monte Crocetta e in svariati luoghi della città, fra cui via Cappuccini);

FERRAZZE (FRAZ. DI SAN MARTINO BUON ALBERGO) (Strage 26 aprile 1945: Vittime 29 – Responsabili: nazifascisti + Memoria eccidi città di Verona);

ESTE (Episodio di Prà d’Este, 27 aprile 1945);

VILLAMARZANA (Strage 15 ottobre 1944: Vittime 43 – Responsabili: fascisti);

VILLADOSE (Strage 24 aprile 1945: Reparti tedeschi in fuga rastrellano nelle case 20 tra vecchi e adolescenti e li massacrano. Alla fine fucilano anche il milite fa-scista che li aveva aiutati nella macabra impresa e che era rimasto di guardia alle vittime);

PADOVA (Ricordo Martiri 17 agosto 1944: sette partigiani furono fucilati nella Caserma di via Chiesanuova, oggi intitolata a uno di loro, Caserma Luigi Pierobon. Altri tre partigiani furono impiccati in via Santa Lucia. La città ricorda vivamente le vittime di quella strage, compiuta in rappresaglia all’uccisione di un militare fascista, il Col. Bartolomeo Fronteddu, in realtà eliminato da altri fascisti);

VENEZIA (07-08 luglio 1944: Sestiere Di Cannaregio – Vittime 6 – Responsabili, militi della GNR di Vene-zia; 27-28 luglio 1944: Calle del Ridotto-Ca’ Giustinian – Vittime 13 – Responsabili, militi della Gnr di Venezia; 3 agosto 1944: Riva dell’Impero – Vittime 7 – Responsabili: Reparto militari tedeschi non meglio identificati, probabilmente ap-partenenti alla Kriegsmarine, con collaboratori italiani);

VALDOBBIADENE (Memoria eccidio 4 agosto 1944: in località Ron i fascisti uccisero due partigiani in modo particolarmente efferato + Memoria di altri episodi nella zona);

CANALE D’ÀGORDO (20-21 agosto 44: Valle del Biois – 900 mt – Vittime 37 [di Canale d’Agordo, Falcade, Vallada];

CONEGLIANO (Memoria di due episodi del 44 e di due del 45);

TREVISO (Ricordo della repressione nazifascista in città a provincia e della Resistenza della città, Medaglia d’Oro).

FRIULI VENEZIA GIULIA

PORDENONE (14 gennaio 45 – Strage fascista di 9 partigiani, alla Caserma di Via Montereale + 10 dicembre 1944 – Strage fascista, 10 vittime, cimitero Tramonti di Sotto);

AVASINIS (FRAZ. DI TRASAGHIS) (2 maggio 45: Avasinis – 187 mt – strage nazista – vittime 51. – L’eccidio di Avasinis fu compiuto contro donne, bambini e vecchi. La strage fu opera di un reparto delle SS che si ritirava percorrendo la strada statale 13, la “nazionale” come si diceva allora, diretto in Austria);

PALUZZA (luglio 44: Paluzza e paesi limitrofi – 600 mt – Vittime 52 – strage nazista);

CIVIDALE DEL FRIULI (Dopo 8 settembre 1943 – Fosse del Natisone – 100 mt – Responsabili nazifascisti – Vittime 105 – Nella sede della Caserma “Principe di Piemonte” o “Umberto”, requisita dai tedeschi, vengono torturate, massacrate e fucilate più di 100 perso-ne, senza nessun processo. I corpi venivano gettati nel fiume Natisone, che scorre lungo il muro della Caserma);

SAN GIOVANNI AL NATISONE (26 partigiani impiccati, il 29 maggio 1944, tra Premariacco e San Giovanni al Natisone. Una esecuzione decisa dai nazisti come rappresaglia per la morte di tre soldati tedeschi. Le vittime furono scelte tra gli e-sponenti della Resistenza che erano incarcerati a Udine, in maggioranza giovanissimi, sotto i 20 anni. I loro corpi furo-no lasciati in esposizione fino a sera, prima di essere trasportati a Trieste, si ritiene per essere eliminati nel forno cre-matorio della Risiera di San Sabba);

OPICINA (3 aprile 44 – Rappresaglia per bomba nel Cinema Opicina – Responsabile Wermacht – Vittime 71 antifascisti prigionieri al Coroneo, il Carcere di Trieste. – I 71 corpi furono i primi ad essere bru-ciati nel forno crematorio della Risiera di San Sabba a Trieste, unico Campo di sterminio esistente in Italia + Fucilati del Poligono);

TRIESTE (Memoria della Risiera di San Sabba come Campo di transito e di sterminio, e degli altri luoghi di tortura e repressione nella città).

 

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