Dietro la macchina da presa c’è arrivato per scelta, ma quasi casualmente. Il suo sogno da ragazzo era fare l’attore. E in realtà ha preso parte a una sessantina di film, al fianco di grandi protagonisti come Sordi e Manfredi e diretto da registi del calibro di Mario Monicelli e Pupi Avati. Luciano Luminelli, 54 anni, architetto, il salto in cabina di regia lo ha fatto perché voleva essere ancor più protagonista di quel che faceva. Così ha deciso di farseli da soli… i film. Lo scorso anno ha portato in sala “Una diecimilalire”, adesso sta partendo con le riprese di un altro film: “Come fratelli”. Un filo rosso lega i due film: il tempo. Entrambi spaziano tra passato e presente. E un altro legame, riguarda le sue origini. Sono lucane, perché lucani erano i nonni; lucana sua madre. Nel primo film la regione è protagonista di una parte della storia, in parte anche autobiografica. Nel secondo la scelta dei luoghi è stata facilitata proprio da storici amici lucani del regista.

Dove girerà il suo prossimo film?

In Veneto, tra Padova, Treviso e Cittadella, luoghi scelti attraverso dei lucani amici storici.

Qual è il suo legame con la Basilicata?

Io sono nato a Roma, da una mamma lucana e da papà romano. I miei nonni materni erano lucani. La loro famiglia è originaria di Avigliano. Il mio film precedente era ambientato in buona parte in Basilicata. A Irsina. Una storia che richiama un po’ quella della mia famiglia. Un film che, accompagnato da me e da Sebastiano Somma, che ne è interprete, ha girato tutta Italia e adesso sbarcherà in televisione.

Sebastiano Somma sarà interprete anche del nuovo film.

Sebastiano è un bravo attore ed è anche un amico.  In predicato, per “Come fratelli” c’è  anche Violante Placido. Ma il film si girerà in primavera e ancora il cast non è ufficiale né definitivo.

Che storia  racconterà?

“Come fratelli” è una storia ambientata nel 1950, poi tocca gli anni Settanta e il resto è ambientato nei nostri giorni. Al contrario di “Una diecimilalire”, che aveva un percorso inverso: per la maggior parte era ambientata nel passato e il finale  ai giorni nostri. C’è in entrambi un richiamo al passato. Il nuovo film racconta la storia di due amici che si conoscono sui banchi del liceo, a Roma, si frequentano e poi si perdono. Si ritrovano a una cena per vecchi compagni di classe, ritroveranno l’afflato, si riallontaneranno ancora ma i rispettivi figli, a loro insaputa, consolideranno un’amicizia che poi diventerà qualcosa di più…

E’ difficile fare film in questo momento storico?

Per chi fa produzione indipendente è molto dura. Non ci sono facilitazioni, non ci sono le cordate di potere che ne aiutano la produzione. Ma chi ha voglia, forza e qualche idea riesce a concretizzare il proprio progetto. E quando arrivano sul grande schermo questi film non hanno niente da invidiare alle major. Dell’altro film ero regista e produttore, per questo probabilmente, anche forte dell’esperienza precedente, alla produzione ci affiancherà qualche struttura che ci aiuterà sia nella distribuzione che nell’organizzazione dei costi.

La Basilicata ha scoperto una sua vocazione cinematografica: com’è la situazione, visto che lei ha girato lì parte del suo primo film?

La Basilicata è una terra fantastica ma potrebbe avere delle risorse ulteriori. Purtroppo l’atavica mentalità meridionale non rafforza queste potenzialità. La regione , vive della struttura turistica che fortunatamente è arrivata anche lì, dopo aver toccato la Calabria negli anni Settanta e nei decenni successivi la Campania e poi la Puglia. Ora si è scoperto anche la Basilicata, ma si fa fatica, gli abitanti della regione sono quanti quelli che vivono in tre quartieri di Roma, ci sono lande desolate e deserte. Nel cinema una potenzialità penso ci sia: la Film commission si da da fare. Ma ho capito che si tende a guardare il Palazzo, ci si allea con le grandi produzioni, non ci sono iniziative capaci di dare visibilità e forza al territorio. Secondo me dovrebbero cercare sfruttare da soli le potenzialità che ci sono.

Prima di fare il regista è stato attore: ha recitato al fianco di grandi protagonisti.

Mi piace dire che ho preso parte a circa sessanta film, perché in realtà non ho mai fatto grandi ruoli. Però erano film con Alberto Sordi, con Nino Manfredi, con Bud Spencer, con Terence Hill, con Michele Placido, Giancarlo Giannini, con Maria Schneider, l’attrice diventata famosa per Ultimo tango a Parigi. Stare lì è gratificante e le mie aspettative da ragazzo si fermavano al mestiere dell’attore. Però l’avrei voluto fare in maniera più importante. Non ce l’ho fatta, ma siccome mi sono sempre sentito protagonista della mia vita, non sono mia stato felice di fare le piccole cose, di fare il comprimario, a un certo punto ho detto: i film? Me li faccio da soli. Con fatica , caparbietà e capacità mi sono ritagliato uno spazio e ho mi sono gratificato oltremodo con cose che non erano nelle mie aspettative, neppure una decina di anni fa. Sono andato oltre. Quando recitavo, lo facevo collateralmente alla mia professione, quella di architetto. Io dico che sono passato dall’attività grafica all’arte gestuale: facendo tanti film con tanti grandi attori, è stato abbastanza normale, o almeno consequenziale passare dietro la macchina da presa. Non si diventa registi per caso.

Quale eredità le hanno lasciato questi grandi attori?

Mi porto dietro la loro semplicità, la bonarietà. Lavorare vicino a questi personaggi ci si inibisce un po’, ma sia Sordi che Manfredi, Monicelli e Pupi Avati come registi, si portavano dietro il loro modo di lavorare la cinematografia degli anni Cinquanta, Sessanta e settanta. Quella autentica. Oggi, questi giovani – ma anche quelli della mia età – sono un po’ altezzosi, salgono troppo in cattedra. Quei signori là, anche con noi che eravamo interpreti minori, erano molto accomodanti. Mi hanno stimolato a far bene.

Il nuovo film quando sarà pronto?

Farò delle riprese a fine dicembre, in Veneto per girare alcune scene: le inquadrature da lontano, le ambientazioni. Una parte del film si svolge a Natale e quindi le riprese a fine dicembre servono a questo. Poi riprenderò a primavera. E spero che in autunno del prossimo anno di poter arrivare in sala col film pronto.

Per approfondire: la sua biografia in un video https://youtu.be/StSlEDUecLQ

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